mercoledì 16 settembre 2020

- ❌Sensibilizziamo a NON ACCENDERE FUOCHI ALL'APERTO❗

Questa è l'immagine di un fuoco acceso in campagna realizzata questa mattina alle 6.30, da uno dei volontari della "Task Force Allerta Valle del Sacco" e messa in correlazione con i rilevamenti della centralina ANCLER ubicata in Via Casale Ricci, area dove è stato acceso. 



Si può risalire al periodo in cui il fuoco è rimasto acceso, (poi fatto spegnere dal segnalatore), in quanto, nella zona, i valori del Particolato rilevati dalla centralina sono cresciuti in maniera abnorme, fin oltre i 250 ug/m3, (indicato con la freccia rossa nella foto successiva). Valori che sono prontamente calati dopo lo spegnimento condiviso dalla signora, con promessa che non lo farà più! 



Non possiamo esimerci dal cogliere l'occasione, per ribadire che le accensione dei fuochi all'aperto, in qualunque periodo dell'anno e senza distinzione di stagione, provocano un inquinamento molto dannoso alla salute perché il fumo contiene valori elevati di BENZO(A)PIRENE (*), sostanza molto nociva e classificata ad alta cancerogenicità.

Locandina realizzata dal nostro Coordinamento e diffusa dal Comune di Frosinone
con apposita ordinanza di divieto accensione fuochi all'aperto


(*) BENZO(A)PIRENE

Composizione e tossicità

È una delle prime sostanze di cui si è accertata la cancerogenicità. Si forma per incompleta combustione di sostanze organiche a temperature comprese tra 300 e 600 °C. Per questo è presente (ad esempio) nel fumo di sigaretta, nei gas di scarico dei motori diesel, nei fumi prodotti dalla combustione di biomasse e nelle carni bruciate.

Una delle sue forme ossidate (metabolicamente dall'organismo) è il benzo[a]pirene-7,8-diidrodiolo-9,10-diidroossido, che può legarsi al DNA interferendo con il suo meccanismo di replicazione. Il processo di formazione del perossido è relativamente complesso ed implica una cascata di reazioni coinvolgenti il citocromo P450, ed enzimi quali perossidasi ed idrolasi.

La sua struttura inoltre non viene intercettata dal sistema enzimatico di correzione dei geni della categoria Caretaker del DNA, che ha invece il ruolo di demolire i tratti mutati dell'acido nucleico per prevenirne mutazioni nocive.

La categoria IARC di rischio cancerogeno è Categoria 1: cancerogena per l'uomo.

Disciolto in acqua, è tra le sostanze più pericolose. Il limite di concentrazione è di 0,01 µg/l secondo il DL 31/2001.



SONO PREVISTE PESANTI MULTE AI TRASGRESSOTI DELL'ORDINANZA SINDACALE DI SEGUITO ESPOSTA:

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