giovedì 28 settembre 2017

- Registro tumori in provincia di Frosinone: Perché non lo vogliono...???

Perché Regione ed ASL non vogliono il registro dei tumori in provincia di Frosinone...? Cosa c'è sotto...? Troppo tempo è passato da quando è stato approvato in Regione Lazio, il 27/07/2016...!!!


"...è una norma di legge voluta dal Consiglio Regionale”.



SANITÀ: NUOVO REGOLAMENTO SU REGISTRO TUMORI PER MIGLIORE ASSISTENZA AI MALATI

Dalla prevenzione alla raccolta dati, dall’informazione al monitoraggio dei programmi di screening. La Giunta ha approvato il regolamento relativo al Registro tumori della Regione Lazio. Uno strumento importante per migliorare le cure e l’assistenza
27/07/2016 - “Regolamento di attuazione e integrazione della legge regionale 12 giugno 2015, n. 7” sull'istituzione del Registro Tumori della Regione Lazio. È stato approvato dalla Giunta e ora seguirà il parere della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Pisana e dell’Autorità Garante della Privacy, per il trattamento dei dati personali.

Gli obiettivi del registro saranno molteplici:
  • raccogliere ed elaborare dati completi sui casi di tumore, anche infantile, che si verificano nella popolazione della Regione;
  • fornire materiale di consultazione per progetti regionali, nazionali e internazionali nel campo dell’oncologia;
  • supporto su cure palliative e terapia del dolore per i piani regionali;
  • valutare appropriatezza dei trattamenti terapeutici in oncologia e rilevare eventuali differenze nell’accesso alle cure erogate, in relazione alle condizioni socio-economiche e all’area geografica di provenienza;
  • interventi di prevenzione primaria e valutazioni per l’attivazione di campagne di diagnosi precoce, come gli screening oncologici;
  • monitorare risultati dei programmi di screening tradizionali e/o sperimentali, attivi nelle aziende sanitarie locali;
  • supporto per studi epidemiologici finalizzati all’analisi dell’impatto dell’ambiente sull’incidenza della patologia oncologica;
  • informazione continua e completa per la popolazione della Regione, anche in relazione a episodi di concentrazioni spazio-temporali di casi oncologici anomali e al di fuori delle medie nazionali.
“È un passo importante nel contrasto alle malattie tumorali – sottolinea il Presidente Nicola Zingaretti - che migliora l’efficacia e l’efficienza dell’assistenza ai malati e risponde così a una norma di legge voluta dal Consiglio Regionale”.

Per svolgere le diverse mansioni, il Registro sarà collegato alle Unità funzionali (Uf) presenti nelle strutture del Lazio: da quella della Città metropolitana di Roma, dove si trova l’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena”, a quelle delle Asl di Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, all'unità funzionale regionale dei tumori infantili, presso il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio.

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Il 16 settembre, si apprende dalla stampa che il consigliere Cassinate Di Mambro, propone l'autotassazione per politici e comuni, per istituire il registro tumori.

Il 19 settembre, il sindaco di Cassino, Carlo Maria D’alessandro ed il consigliere comunale Carmine Di Mambro, incontrano il Commissario straordinario Luigi Macchitella e il dottor Giancarlo Pizzutelli Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL Frosinone, per discutere dell’effettiva istituzione del Registro dei tumori nel territorio della Provincia di Frosinone...
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Il 20 settembre, Gianluca Pistore, cittadino di Cassino che ha vissuto l'amara esperienza della perdita del padre per tumore, lancia questo video messaggio a sostegno della battaglia che il Di Mambro sta portando avanti...


da L'inchiesta del 20 settembre si legge:

Cassino, Registro dei tumori: arrivano buone notizie dall’Asl di Frosinone e dalla Regione Lazio







Cassino, Registro dei tumori: arrivano buone notizie dall’Asl di Frosinone e dalla Regione Lazio
CASSINO - Altri piccoli passi in avanti sono stati fatti per l’istituzione del Registro dei tumori a Frosinone con l’incontro che c’è stato ieri mattina tra il sindaco di Cassino, Carlo Maria D’alessandro, il consigliere comunale Carmine Di Mambro, il Commissario straordinario Luigi Macchitella e il dottor Giancarlo Pizzutelli Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL Frosinone, per discutere dell’effettiva istituzione del Registro dei tumori nel territorio della Provincia di Frosinone e nel Consiglio regionale del Lazio con l’approvazione dell’Odg presentato dal M5S per il finanziamento del registro. «Il Commissario Macchitella e il dottor Pizzutelli ci hanno comunicato che venerdì prossimo si svolgerà una riunione a Roma per organizzare l’attivazione di questa importante forma di prevenzione in tutte le Asl della Regione Lazio – ha chiarito il sindaco Carlo Maria D’Alessandro a margine dell’incontro - Ci hanno altresì rassicurato che entro breve termine il registro dei tumori sarà operativo e funzionante per quanto concerne la Asl di Frosinone». «Spero che questa mia battaglia – ha detto invece Carmine Di Mambro – porti effettivamente, come ci hanno rassicurato i vertici dell’azienda sanitaria locale del territorio alla istituzione di questo importante strumento per la tutela della salute di tutti i cittadini. Mi auguro che le affermazioni del Commissario straordinario dell’Asl di Frosinone Luigi Macchitella trovino riscontro tra qualche giorno nei fatti. Non ho tollerato le prese in giro del governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti figuriamoci quelle di persone che dovrebbero lavorare per assicurare una qualità della vita migliore a tutti noi. Restiamo dunque in attesa che arrivi qualche segnale concreto dopo la riunione del prossimo 22 settembre a Roma, ma i miei appelli ai Sindaci, ai parlamentari e ai consiglieri regionali eletti sul territorio per contribuire a reperire le risorse necessarie per istituire ufficialmente il registro dei tumori restano ancora validi ed io a disposizione di chiunque voglia sostenere questa battaglia per la salute pubblica. Perché grazie a questa azione sembrerebbe che le cose si stiano muovendo».
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Buone notizie per l’attivazione del Registro dei tumori arrivano anche da Roma come evidenzia la consigliera del Movimento 5 Stelle Valentina Corrado. «Oggi (ieri, ndr) l’aula ha approvato il nostro Ordine del Giorno che impegna il Presidente Zingaretti a finanziare il registro tumori, un fondamentale strumento istituito grazie ad una nostra legge nel 2015 e che da allora non è mai entrato in funzione, tanto per la mancanza di volontà politica da parte del Pd come per il commissariamento dei conti della sanità laziale.
In questi anni, ad ogni manovra finanziaria, ho visto rigettare le proposte di finanziamento della legge fino allo scorso agosto quando l'assessore ha motivato l'impossibilità per il consiglio di finanziare con le risorse libere del bilancio spese in materia di sanità. E' necessario che Zingaretti provveda con un atto come  commissario ad acta a stanziare per il registro tumori una parte delle risorse del fondo indistinto che finanzia il servizio sanitario regionale.
L’atto approvato oggi è la risposta che l’aula ha voluto dare alle molte richieste che negli ultimi due anni sono arrivate dai territori falcidiati dall'inquinamento. Spero che Zingaretti dia seguito all’indirizzo dato dall’aula e la smetta di rimanere indifferente di fronte ad un fondamentale strumento di prevenzione atteso da tutti i cittadini del Lazio a tutela della loro salute».

L'ottimismo e l'euforia manifestati dal sindaco e dal consigliere di Cassino, su L'inchiesta del giorno 20, vengono vanificati dopo il viaggio  del 22 settembre, da parte dei funzionari ASL a Roma. Infatti si apprende che Macchitella sostiene che la provincia di Frosinone non sia esposta a particolari rischi...! Le reazioni del Di Mambro sono immediate... 

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Anche io oggi, nel leggere questa notizia, mi sono sentito di intervenire a sostegno dell'iniziativa ed ho scritto su Facebook manifestando la mia indignazione. Insieme alle associazioni che anno aderito al Coordinamento Interprovinciale per Ambiente e Salute della Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri, siamo a disposizione per sostenere questa nobile battaglia, tutti insieme e con il sostegno concreto e scientificamente valido da parte dell'Associazione dei Medici di Famiglia per l'Ambiente.
Ritengo che nessuno di noi, vorrà astenersi dal farlo.
Di Mambro, complimenti e, avanti decisi....! Siamo tutti con te....
Luciano Bracaglia

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da Casilina News del 29/09/2017

Registro tumori Valle del Sacco: se ne parla ma non si sa cos’è né a che serve


Leggiamo di seguito la nota ufficiale riguardante un’annosa questione: L’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia ha  preso atto che da tempo ormai e sempre più frequentemente si fa riferimento al Registro Tumori per la Valle del Sacco nei più disparati ambiti, ma che al tempo stesso non si registrano spiegazioni esplicative sulla significatività e sulla fondamentale valenza applicativa dello stesso. In qualità di medici, nell’adempimento del compito informativo proprio dell’Associazione, intendiamo rendere partecipe  la collettività su tale tema. Cerchiamo di capire meglio che cos’è un registro tumori. Il registro tumori rappresenta la raccolta di tutti i dati di un malato oncologico dalla diagnosi della sua malattia fino alla guarigione o alla morte (una sorta di libro che racconta la complessa storia di ogni paziente). In Italia ci sono 43 registri tumori che coprono il 47% della popolazione. I singoli registri possono rappresentare una provincia, una ASL, o un territorio più o meno esteso. Come funziona un registro tumori? I medici, ospedalieri o curanti, che pongono diagnosi di neoplasia sono autorizzati a passare le informazioni del paziente al registro tumori locale.
Facciamo un esempio: se ad un paziente è stato diagnosticato un tipo di tumore durante un ricovero ospedaliero, dovranno essere inviati i suoi dati al registro tumori locale ( nome, cognome, età, residenza, tipo di tumore, fattori di rischio..) nel corso del tempo, sempre lo stesso paziente effettuerà diversi ricoveri ospedalieri, magari in altre ASL, o in altre province e la sua scheda sul registro tumori verrà costantemente aggiornata e andrà ad arricchire il suo data base. Sarà riportato anche il tipo di cure ricevute, se dopo le cure c’è stato un miglioramento della malattia, gli interventi chirurgici, insomma tutto verrà tracciato sulla sua scheda personale. Sarà poi riportato se c‘è stata guarigione completa dalla malattia o exitus. Tutto questo iter, in qualsiasi parte d’Italia verrà effettutato, sarà sempre riconducibile allo stesso paziente, proveniente da una precisa località. Perché è importante costruire una rete di registri? Perché permette di avere, a livello nazionale, i dati reali di incidenza dei singoli tumori, permette di valutare se c’è un’ aumento della sopravvivenza nel corso degli anni, se le cure hanno determinato una riduzione della mortalità e quindi dimostrare la loro efficacia.
Permette inoltre di indirizzare meglio i programmi di screening verso alcune forme oncologiche che risultano prevalenti. Perché è importante avere un registro tumori nella Valle del Sacco? La Valle del Sacco è riconosciuta da anni come SIN, cioè sito di interesse nazionale pertanto dichiarata zona a rischio per l’ambiente e per la salute dei cittadini per la presenza di fattori ambientali inquinanti: ancora di più rispetto ad altri territori necessita di un accurato monitoraggio sanitario. Se ad un paziente che abita in un paese della Valle del Sacco viene posta diagnosi di un tumore, non essendoci obbligo di segnalare il caso, non verrà effettuata nessuna raccolta dei dati e il paziente non avrà alcuna storia clinica scritta.
Se poi si volesse tentare di avere un numero preciso di malati o di morti per cause oncologiche, i dati sarebbero molto frammentari: infatti i pazienti, una volta posta loro la diagnosi della malattia potrebbero essersi spostati in altre province o altre regioni e si perderebbe ogni loro traccia. Si capisce che non esistendo il registro tumori non si può avere la reale fotografia dello stato di salute della popolazione della Valle del Sacco : del tutto aleatorio e approssimativo risulterà parlare di pochi o molti malati di tumore.
E soprattutto, senza registro tumori non si riuscirà mai a dimostrare che prevale una forma tumorale su altre e la sua possibile associazione con fattori di inquinamento ambientale e mai si riuscirà a allontanare la probabile causa di malattia. Insomma tutto resterebbe avvolto nella cortina di fumo che non ha permesso fino ad ora di far luce su una questione così importante come la salute degli abitanti di questo bistrattato territorio.
Dott.ssa Cristina Volponi, Dott.ssa Teresa Petricca, Dott. Giovambattista Martino

lunedì 25 settembre 2017

- Trasparenza su raccolta fondi pro terremotati Arquata del Tronto

Con l'Associazione Frosinone Bella e Brutta, abbiamo avvertito la necessità di rendere noti i motivi per cui ad oggi non abbiamo ancora consegnato i 1.500 euro raccolti per i terremotati di Arquata del Tronto.
L'anno scorso, prendemmo accordi con il presidente della Pro loco della città, proponendogli di gestire alcune bici (per 1.500 euro) che avremmo acquistato per farle utilizzare in maniera gratuita da bambini, ragazzi ed adulti, suoi concittadini.
Le difficoltà che emersero furono legate alla mancanza di una struttura idonea ove ricoverarle e che avrebbero dovuto ottenere dal comune ma, come noto, i tempi di realizzazione e consegna di strutture o container, sta andando molto per le lunghe.
Oggi, per rendere nota tale situazione, per trasparenza verso tutti i nostri cittadini che fecero le donazioni alla pedalata dell'anno scorso,  ho scritto questo messaggio a Luca, presidente della pro loco...


Questa la sua risposta...



Tanto vi era doverosamente dovuto..... e vi terremo sempre aggiornati, se ci saranno novità.

giovedì 21 settembre 2017

- Sognando... la ciclabile che ci sarà VII Ed 2017

#NENCELAFACIAMECHIU è il motto di questa edizione...
Sono ormai 7 anni che lanciamo il messaggio all'amministrazione comunale... e come negli anni precedenti, se parteciperete, non ve ne pentirete...!!!
...  VOGLIAMO LE PISTE CICLABILI.



L'evento su Facebook:



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<<SARANNO SORTEGGIATI GRATUITAMENTE RICCHI PREMI, TRA I QUALI UNA BICICLETTA E LA MAGLIETTA DI UN GIOCATORE DEL FROSINONE CALCIO, CON LE FIRME DI TUTTI I GIOCATORI.
INOLTRE SARANNO REGALATI LIBRI A TUTTI I BAMBINI PRESENTI IN BICICLETTA>>
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RINGRAZIAMO GLI ORGANI DI STAMPA E TV CHE SI SONO PRESTATI PER DIFFONDERE L'EVENTO...
- Cinzia Cerroni, (il video di Lazio Tv Frosinone);
- Luciano D'Arpino, (articolo de Il Messaggero);
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Il Messaggero




Passano gli anni ma nulla cambia...
#NENCELAFACIAMECHIU
GUARDATE LA SITUAZIONE DELLE PISTE CICLABILI A FROSINONE....

FROSINONE - SOGNANDO LA CICLABILE CHE CI SARA -FROSINONE BELLA E BRUTTA- from TG24.info on Vimeo.


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1 ottobre 2017 Foto e video

Clicca su questa immagine per vedere tutte le foto della pedalata







Audio con dichiarazioni del sindaco Ottaviani
(clicca la foto per ascoltarlo)





L'esibizione dell'artista Guglielmo Bartoli



L'esibizione dell'artista Milena Frantellizzi in arte Marianecola...




Le foto della premiazione

Bici offerta da Archilletti Moto

La maglia del giocatore Frara con le firme di tutta la squadra

La bici offerta da Decathlon
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L'articolo di Alessandro Redirossi

Da EditorialeOggi


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mercoledì 20 settembre 2017

- NORDIC WALKING: impazza a Frosinone

Frosinone "BELLA"


Alla Villa Comunale, c'è un percorso creato appositamente per praticare questa benefica disciplina.
L'ASD Nordic Walking Frosinone, con un bel gruppo di praticanti, lo percorre 2 volte a settimana, il mercoledì e sabato, dalle ore 09.00 alle 10.30, con istruttori federali. Provare per credere....

Questa mattina 20/09/2017 ci siamo fatti fare una foto tutti in gruppo, dopo una salutare "camminata nordica", questa è la traduzione di Nordic Walking.
Sono 5 anni che lo pratico, ed i benefici li sento dopo un periodo di fermo....

Presso la Villa Comunale di Frosinone


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Per accedere al gruppo NW di Frosinone su Facebook, [clicca qui]


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lunedì 11 settembre 2017

- A proposito di INTERPORTO...!!! Chiediamo lumi ai politici...???





SACCHEGGIO DEL TERRITORIO...?





>IL VILLAGGIO PREISTORICO E LA STRUTTURA A GRANDI BLOCCHI DI EPOCA ROMANA CHE FINE HANNO FATTO?
>IL VILLAGGIO PREISTORICO E LA STRUTTURA A GRANDI BLOCCHI DI EPOCA ROMANA CHE FINE HANNO FATTO?
>IL VILLAGGIO PREISTORICO E LA STRUTTURA A GRANDI BLOCCHI DI EPOCA ROMANA CHE FINE HANNO FATTO?
>IL VILLAGGIO PREISTORICO E LA STRUTTURA A GRANDI BLOCCHI DI EPOCA ROMANA CHE FINE HANNO FATTO?>IL VILLAGGIO PREISTORICO E LA STRUTTURA A GRANDI BLOCCHI DI EPOCA ROMANA CHE FINE HANNO FATTO?
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A GENNAIO 2015, realizzai questo post sull'Interporto di Frosinone:




Vi invito a consultarlo per comprendere bene quanto accaduto nell'ultimo trentennio... una cosa a dir poco vergognosa per la storia e la cultura del nostro territorio...!!!

Venerdì scorso, 8 settembre 2017,
a proposito delle notizie relative all’Interporto (Ciociaria Editoriale Oggi titolava: “SPRECOPOLI CIOCIARIA. E A PAGARE SIAMO NOI”), leggiamo che nell'area destinata all'opera “FANTASMA” si estendeva uno dei villaggi preistorici più grandi e importanti dell’Italia centrale, di cui “non resta che una pubblicazione scientifica di Manuela Cerqua” (*), dove si legge che, in più, nel corso degli scavi, è stata messa in luce “UNA STRUTTURA IN OPERA QUADRATA IN GRANDI BLOCCHI”.
Nella pubblicazione scientifica, consultabile online, si precisa che la struttura a grandi blocchi era anche “affiancata da un pozzo e da una serie di annessi riferibili ad un’occupazione del territorio databile ad epoca romano-repubblicana”.
Come già evidenziamo da anni, nella vicenda dell'Interporto vi sono molte pagine che riguardano i lavori di indagine archeologica (“RESI POSSIBILI GRAZIE AD UN FINANZIAMENTO DELLA S.I.F - SOCIETA’ INTERPORTUALE DI FROSINONE”) e gli stessi BENI ARCHEOLOGICI scoperti nel corso degli scavi, notoriamente DEMANIO E PATRIMONIO INDISPONIBILE ai sensi del Codice Civile.

Che fine hanno fatto i beni archeologici? Sono stati solo reinterrati o sono stati addirittura distrutti?

Invitiamo tutti coloro che a vario titolo si occupano della vicenda Interporto a leggere anche le ‘pagine archeologiche’ di questa storia, “UNA STORIA FINITA MALE”, [+] come titola il giornalista, e magari si riuscirà a dare risposte a una collettività che ha il diritto di conoscere e di fruire dei beni culturali pubblici che emergono nel territorio, testimonianze irripetibili della propria identità storico-culturale.
Ci appelliamo anche a tutti i consiglieri comunali di Frosinone che volessero prendere a cuore questa pagina della nostra storia, per cercare di fare chiarezza con risposte concrete agli interrogativi....






[+] Gli scavi archeologici

​L'area di Selva dei Muli nel terzo millennio A. C. era sede di un insediamento dell’Eeneolitico. Durante gli scavi per l'interporto è emerso un villaggio, uno dei più grandi del centro Italia. Del villaggio però non resta che una pubblicazione scientifica di Manuela Cerqua (*) nella quale, peraltro, lo si definisce in questi termini: “L'insediamento si impone nel panorama di questo contesto geografico e culturale per la sua eccezionale estensione (circa 8 ha) e per la presenza di un importante opera difensiva perimetrale costituita da un fossato e da una triplice palizzata. La funzione difensiva di queste strutture appare inconfutabile e al momento sembra non trovare eguali nella penisola italiana”. Eppure, nel Museo Archeologico di Frosinone sono conservati solo i materiali di uno scavo precedente, condotto nel 1981 da Italo Biddittu. Ma non solo, nel corso degli scavi per l'interporto, finanziati dalla stessa società, è emersa <<una struttura in opera quadrata in grandi blocchi di tufo>> di epoca romana repubblicana. Forse una villa. Ma anche di questa struttura non si è saputo più nulla.
(R.C.) Editoriale Ciociaria Oggi

(*) La pubblicazione di Emanuela Cerqua qui:
https://www.academia.edu/1444009/Selva_dei_Muli_Frosinone_un_insediamento_eneolitico_della_facies_del_Gaudo


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La speranza è che esista ancora la struttura a blocchi... e che qualche politico potrebbe chiederne conto facendo avviare un procedimento di vincolo...

Ma, quando parliamo di politici assistiamo anche a questo....
Scalia ringrazia Rutelli...!!!



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Spero tanto ci saranno politici e giornalisti disposti ad approfondire le "pagine archeologiche" di questa vicenda e ritracciare il patrimonio pubblico venuto in luce nell'area, tra cui una "STRUTTURA in OPERA QUADRATA IN GRANDI BLOCCHI", riconducibile ad una IMPORTANTE VILLA di EPOCA ROMANA,.. Ci sarà qualcuno di loro o tutti insieme, disposti a conoscerne l'ubicazione esatta con i dati catastali utili per salvaguardarla, qualora come tutti auspichiamo sia stata interrata e non rimossa......??? APPROFONDIRE...

GRAZIE a nome della città.....

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Il valore di Selva dei Muli

  • Scritto da  
Frosinone mura selva dei muli 350 260 min
Dalla terrazza della città, con le spalle rivolte al bel Piazzale Vittorio Veneto, sotto il palazzo della prefettura di Frosinone, bisogna volgere lo sguardo a Sud-Ovest, verso la catena dei Lepini, per vederlo. Ma bisogna farlo al mattino, con anche il sole alle spalle; al tramonto lo si ha negli occhi, e la Valle del Sacco appare avvolta allora in un velo tutto d'oro. Lì, in lontananza, al centro della pianura, spicca un colle circondato dalla vegetazione, che alla sua sommità oggi ospita un silo colorato con fasce rosse orizzontali, a segnalare la sua altezza a chi vi si approssimi in volo: è Selva dei Muli e le sue pendici vulcaniche.

Cinquemila anni fa, nelle radure tra le foreste e sulle rive dei ruscelli lì presenti, vi si sarebbe scorto un brulichio di nostri antichi avi intenti nelle attività più disparate: dalla caccia alla raccolta, dall'agricoltura all'allevamento, dalla pesca alla fabbricazione di oggetti fittili e litici. Lì avevano realizzato un loro villaggio, costruendo capanne, innalzando palizzate e scavando fossati di difesa, tracciando fossi per dare un qualche ordine alle acque che vi abbondavano. La terra fertile e ricca di risorse li aveva trattenuti lì, dove il loro girovagare aveva infine trovato quiete.
“Le prime indagini archeologiche nel territorio di Selva dei Muli” ci racconta Manuela Cerqua nella sua relazione pubblicata su Origini del 2011, “furono condotte da Italo Biddittu agli inizi degli anni Settanta, con numerosi e mirati sopralluoghi nei terreni di superficie e in occasione di lavori di scavo, che portarono al rinvenimento... di manufatti litici riferibili, in particolare, al Paleolitico medio (Biddittu, Segre 1976-77; Biddittu, Celletti 2003: 82-84)”.
“L’insediamento”, continua Cerqua nella sua relazione, “ si impone nel panorama di questo contesto geografico e culturale per la sua eccezionale estensione (circa 8 ha) e per la presenza di un’imponente opera difensiva perimetrale, costituita da un fossato e da una triplice palizzata. La funzione difensiva di queste strutture appare inconfutabile e al momento sembra non trovare eguali nella penisola italiana. L’analisi della cultura materiale permette di inquadrare la vita del villaggio dell’Eneolitico medio, con la presenza di forme e decorazioni caratteristiche della facies del Gaudo. Lo studio del villaggio di Selva dei Muli apre una nuova prospettiva di ricerca sugli aspetti della facies del Gaudo, contribuendo a confutare la definizione della stessa quale 'facies funeraria'”.
Ma non è tutto. Già Biddittu, in un articolo pubblicato su i “Quaderni del centro di studio per l'archeologia etrusco-italica” (Italo Biddittu-Eugenia Segre Naldini 1981), aveva rilevato che “il colle fu abitato ancora in epoca romana come indicano alcuni resti murari alla sommità” (oltre ad aggiungere che “al di sopra insistono avanzi di costruzioni medioevali del XII secolo”; e infine che “si ha notizia di un castello del 1117”). E infatti anche la Cerqua scrive nella sua relazione che “nel settore sud dell’area è stato effettuato il monitoraggio archeologico costante di tutti i lavori di scavo e movimento terra, a seguito del quale sono stati individuati i resti di una struttura in opera quadrata in grandi blocchi di tufo affiancata da un pozzo e da una serie di annessi riferibili ad un’occupazione del territorio databile ad epoca romano-repubblicana”.
Un sito archeologico di straordinario interesse
Insomma, un sito archeologico di straordinario interesse, anche per chi non sia un addetto ai lavori. Tanto che, dopo i successivi scavi di Biddittu verso la fine degli anni Settanta, su quell'area fu posto dalle autorità un vero e proprio “vincolo”. Precisamente, con decreto del 2 novembre 1982, il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali sanciva all'art. 1: “L'area interessata dal giacimento sopra descritto, indicata in grigio nell'allegata planimetria facente parte integrante del presente decreto, è dichiarata di particolare interesse archeologico ed è per tanto soggetta a tutte le disposizioni della citata legge” (L. 1089/39, art. 1 e 3). Il decreto, a premessa, conteneva nel dettaglio la descrizione del sito e tutte le “particelle” catastali interessate dai ritrovamenti (“Comune di Frosinone, segnati al Catasto al foglio 39, particelle 1..., 7..., 8..., 66..., 26...), con relativi nomi e cognomi dei proprietari.
Dopo tale sanzione ufficiale dell'importanza del sito, tuttavia, nulla più accadde, fino ad epoche più recenti, quando iniziarono i lavori per l'edificazione dell'Interporto di Frosinone. In data 16 gennaio 1998, infatti, la società SIF Spa (Società Interporto Frosinone), a capitale misto, pubblico-privato, dopo aver già ottenuto le autorizzazioni, con prescrizioni, da parte della Regione Lazio, aveva inoltrato “domanda di pronuncia di compatibilità ambientale” al Ministero dell'Ambiente, per edificare l'interporto proprio su quel sito. Dopo varie peripezie, note e contro note, correzioni del progetto e integrazioni; nonostante il decreto affermi, tra l'altro, che il sito archeologico “risulta significativamente interferito da una parte del progetto d'interporto”, che “va considerata, in proposito, la elevata valenza storica del luogo, in quanto abitata in epoca romana (resti murari sulla sommità, frammenti di cotto e tegoloni sparsi nei campi circostanti)...”, il 26 settembre 2000 il progetto viene autorizzato dall'allora Ministro dell'Ambiente Willer Bordon e dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Giovanna Melandri (Wikipedia). In esso, tuttavia, sono contenute numerose prescrizioni di cui i ministeri si riservano una “verifica di ottemperanza... in sede di progettazione esecutiva”.Frosinone SelvaMuli
Continuando nella lettura della relazione di Cerqua, allora apprendiamo che: “Nel giugno del 2004, a circa trenta anni dalla prima segnalazione del sito, in occasione della realizzazione di un Interporto Merci, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha intrapreso un complesso programma di ricerca, condotto mediante diversi livelli d’indagine, volto alla conoscenza e alla tutela di questo sito”. E ancora: “Le indagini effettuate dal 2004 al 2010 con quattro campagne di scavo – ciascuna di una durata di due o tre mesi – hanno così interessato un’area di circa 4 ha, nella quale sono state portate in luce strutture riferibili ad un abitato eneolitico, che certamente si estende, però, ancora in direzione nord-ovest e sud-est, e probabilmente verso nord”. Ed è proprio in occasione di tali scavi che furono effettivamente rinvenuti quei “resti murari” di epoca romana già segnalati da Biddittu negli anni Settanta, poi meglio definiti nella relazione di Cerqua, partecipante ad alcune delle ultime campagne di scavo, come “resti di una struttura in opera quadrata in grandi blocchi di tufo affiancata da un pozzo” attribuiti “ad epoca romano-repubblicana”.
Tali ritrovamenti, quindi, avevano interrotto i lavori per l'interporto. (Ma quell'area, è bene ripetere, era già soggetta al vincolo col decreto del 1982, per la presenza del solo villaggio eneolitico). A sollecitare il disbrigo della pratica presso i ministeri coinvolti, era perciò intervenuto anche l'allora Presidente della Provincia di Frosinone, Francesco Scalia; che, con una lettera poi pubblicata dal quotidiano Ciociaria Oggi il 6 agosto 2006, ringraziava l'allora Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Francesco Rutelli, per il “suo interessamento, grazie al quale tutti i lavori per il completamento dell'Interporto di Frosinone potranno celermente riprendere”. Si tratta, probabilmente, di ulteriori autorizzazioni relative a quella ““verifica di ottemperanza” in sede esecutiva delle prescrizioni apposte nel decreto del 2000, che i due ministeri avevano avocato a sé all'atto dell'approvazione del progetto; “verifica” ancor più necessaria, proprio alla luce degli intervenuti scavi a partire dal 2004.
Nella lettera sono anche richiamati i vari soggetti coinvolti nella vicenda. Scrive infatti Scalia: “Il Responsabile della Sopraintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, dott.ssa Anna Maria Moretti, e il Responsabile del procedimento, dott.ssa Sandra Gatti, con grande competenza e celerità, avevano prospettato alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio la soluzione di scavare l'area del villaggio in modo estensivo, documentando le tracce nel modo più completo possibile con rilievi accurati, riprese fotografiche anche dall'alto, eventualmente ricostruzioni in 3D, per poi autorizzare la rimozione e consentire la realizzazione dell'Interporto”. Ancora: “Ora, in tempi rapidissimi, grazie alla tua attenzione e sensibilità, arriva il via libera del Direttore Regionale Ing. Luciano Marchetti, che ringrazio per la disponibilità, e che si è pronunciato favorevolmente su quanto proposto dalla dott.ssa Moretti e dalla dott.ssa Gatti”.
Ora, a fronte di questa nostra sommaria ricostruzione (chi volesse approfondire può utilizzare, tra l'altro, le fonti riportate in coda all'articolo), si pongono alcune domande che, fino ad ora, non hanno avuto risposta. Nei giorni scorsi, perciò, l'associazione ciociara Frosinone Bella e Brutta ha risollevato opportunamente il caso, riportandolo alla nostra attenzione.

Ci chiediamo, dunque:

1) Perché nel “vincolo” apposto col decreto del 1982 (allora ministro, Vincenzo Scotti) è citato soltanto il villaggio eneolitico e non i “resti murari” di epoca romana, pur segnalati da Biddittu?
2) Dove si trovano, oggi, i reperti del villaggio eneolitico rinvenuti da Biddittu?
3) Dove, quelli rinvenuti durante gli scavi del periodo 2004-2010 relativi allo stesso villaggio?
4) Perché non è intervenuto un ulteriore vincolo da parte del Ministero, a fronte dell'effettivo ritrovamento, dopo la segnalazione di Biddittu, della “struttura in opera quadrata in grandi blocchi di tufo affiancata da un pozzo e da una serie di annessi riferibili ad un’occupazione del territorio databile ad epoca romano-repubblicana”?
5) È corretto eseguire scavi “in modo estensivo”, come suggerito da Moretti e Gatti e come autorizzato poi da tutte le altre autorità preposte, su un sito di epoca eneolitica con un'estensione di “8 ha”, e che, come riferisce la Cerqua partecipante agli scavi, “al momento sembra non trovare eguali nella penisola italiana”?
6) È possibile farlo, oltretutto in presenza di strutture murarie di epoca romano-repubblicana?
7) Era sufficiente l'autorizzazione del “Direttore Regionale”, citato da Scalia, per usare tale tecnica di scavo? O sarebbe occorso, come risulta da nostre fonti, un decreto del Consiglio dei Ministri?
8) Dove si trova, oggi, quella struttura muraria?
Queste sono solo alcune delle domande che sorgono, ad approfondire gli eventi riguardanti l'Interporto di Frosinone e quel sito archeologico di straordinario interesse. Ad esse, abbiamo cercato di dare risposte, facendo ricerche anche sul sito istituzionale della Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria Meridionale; ma digitando nella stringa di ricerca “Selva dei Muli” si ottiene: “ Nessun record trovato”. Come mai?
Ma a queste se ne aggiungono anche altre, di altra natura. È stata una scelta politica oculata, quella di progettare un interporto proprio su quel sito? Hanno fatto bene le autorità preposte alla cura dei beni archeologici ad assecondarla con tanta sollecitudine? A giudicare dagli esiti, si direbbe di no. A tutto questo, infatti, bisogna aggiungere, con grande sgomento, che, progettato negli anni Novanta, quell'Interporto non è mai stato realizzato, nel 2015 si è dimesso il Presidente e l'intero Consiglio di Amministrazione, con l'assenza ingiustificata della Provincia di Frosinone, e del suo Presidente, Antonio Pompeo, socio di maggioranza al 64%! Quel che c'era non c'è più; quel che doveva esserci non c'è e non ci sarà.
Insomma, distruzione senza costruzione. Una constatazione che, a pensarci dalla terrazza della città con gli occhi rivolti a sud-ovest, sembra ancora più amara.

Frosinone 21 settembre 2017
Fonti:
– Decreto del Ministero dell'Ambiente C:\Users\Alteri\Downloads\DEC-2000-5335.pdf
– Articolo Biddittu-Segre C:\Users\Alteri\Downloads\1981. Biddittu - Segre Naldini figg. riversate.pdf
– Relazione di Manuela Cerqua C:\Users\Alteri\Downloads\2011. Cerqua (ed.) figg riversate.pdf
– Lettera di Scalia a Rutelli - clicca sul link che segue per leggerlahttps://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjMiOAOyX95eTyiLSzYxmz0-_bIIBHi-PRkuGOC37R_IZaDgGBZqPei-AyABN4WwnCO_xoFNLmdCOStjf7QOP-8meemwO0-SgioNGVdb-YyAL-Hbh9_aECFu5PHta5SvJBIDgiwdTbZjFJ/s1600/Scalia.jpg
– Decreto del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali

Decreto per Sel dei Muli