venerdì 27 luglio 2018

- Il Coordinamento scopre e segnala uno scarico sospetto sul fiume Cosa - Castelmassimo


C'era stato segnalato da diverso tempo, da abitanti della zona, uno scarico sospetto sul fiume Cosa, in prossimità di un depuratore, in località Castelmassimo. Ci avevano riferito anche che generalmente i versamenti sospetti, (considerando il colore anomalo dell'acqua), avvenivano negli ultimi tempi solo nelle giornate di pioggia o temporali. Ciò lasciava sospettare che tali limitazioni fossero volute, dopo che si era venuto a conoscenza dell'apertura al pubblico dell'area dello Schioppo e si sarebbe potuto notare colorazioni anomale, tali da generare sospetti da parte dei visitatori.

Abbiamo avuto la pazienza di aspettare che i bollettini meteo prevedessero temporali e, constatato che, nel pomeriggio di mercoledì 25 luglio, tali fenomeni erano previsti in zona Castelmassimo, un nostro aderente al Coordinamento Interprovinciale Ambiente e salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri, del quale come noto sono il portavoce, si è recato sul posto ed ha trovato quanto segnalato documentandolo con video e foto poi inviate alle Autorità competenti, il 26 luglio scorso. 
Si è potuto constatare che un tubo riversava sul fiume Cosa un bel getto d'acqua, dal colore non proprio chiaro e, tutt'intorno, c'era ben visibile vegetazione "bruciata" nel tempo, evidentemente da sostanze di natura diversa dall'acqua... Mentre faceva i rilevamenti, improvvisamente si scatenava sulla zona un intenso temporale - ma guarda un po...! Il nostro segnalatore non si era sbagliato..! Quando piove, via agli scarichi... ma perché proprio quando piove?
Forse considerando una minore presenza di visitatori lungo il fiume?
Maggiore diluizione di sostanze anomale versate nel fiume?
Ricevuto il materiale video e fotografico da parte del collaboratore, abbiamo provveduto a segnalare il tutto alle autorità competenti. Tutti sospetti e supposizioni che dovranno e potranno essere chiariti da accertamenti da parte dei preposti. Questa mattina infatti, ci sono stati i controlli di rito da parte dei Carabinieri Forestali di Veroli, dopo che il nostro collaboratore li ha raggiunti per fornire ulteriori chiarimenti e dettagli.



Per motivi di riservatezza e privacy, evitiamo di pubblicare le foto ma ci limitiamo al solo video



Da CiociariaOggi
Ale Cinelli
30/07/2018








  

mercoledì 25 luglio 2018

- Nuove tariffe ACEA: BASTA ABUSARE DI MERITI CHE NON APPARTENGONO

Ma a chi volete prendere per i fondelli...?
E fatela finita una volta per tutte...!!!


Quando leggi un articolo del genere, come fai a non saltare su dalla sedia...???






Quindi è tutto inventato e non c'è nulla da inventare... tutto previsto e prescritto nella delibera, con la quale gli addetti ai lavori, ognuno per la propria competenza devono attenersi senza ergersi a paladino della riduzione delle tariffe, ACEA compresa....

In sintesi....


"Articolo 1
Oggetto
1.1 Il presente provvedimento reca le disposizioni aventi ad oggetto i criteri per la definizione dell’articolazione tariffaria applicata agli utenti del servizio idrico
integrato in conformità al Testo integrato... etc... etc....

Articolo 2 
Definizione delle tipologie d’uso..............

Articolo 3
Procedura di approvazione dei corrispettivi....
3.2 Entro il 30 giugno 2018, l’Ente di governo dell’ambito, o altro soggetto competente:
a riclassifica....
b definisce.... etc... etc...

Articolo 4 
Applicazione dei corrispettivi all'utenza: 
4.1 A decorrere dal 1 gennaio 2018, il gestore:..... etc... etc....

BASTA ABUSARE DI MERITI CHE NON APPARTENGONO.....

... e oggi anche L'Inchiesta scopre gli altarini...




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Per non dimenticare quali sono i sindaci che stanno dalla parte del gestore e quelli invece difendono gli interessi dei cittadini...
poi ci sono gli ignavi, assenti o che abbandonano prima del voto....




Mario Antonellis 22/08/2018

A GRANDE RICHIESTA

Ecco l'esito della votazione Dell'assemblea dei Sindaci del primo agosto, riguardante l'approvazione delle nuove tariffe spacciate dalla STO e dall'OTUC come piu basse e invece come dimostrato, addirittura più elevate.

Hanno votato contro solo 7 Comuni: Atina, Cassino, Ceccano, Frosinone, Pontecorvo, Strangolagalli, Torrice.

Hanno votato a favore 45 Comuni: Acuto, Alatri, Alvito, Aquino, Arpino, Ausonia, Belmonte, Broccostella, Campoli, Castelliri, Castelnuovo P., Castro dei Volsci, Ceprano, Cervaro, Collepardo, Colle San Magno, Esperia, Ferentino, Fiuggi, Fontana Liri, Fontechiari, Gallinaro, Isola Liri, Monte S. G. C., Morolo, Pescosolido, Picinisco, Pignataro, Posta Fibreno, Ripi, Rocca d'Arce, San Donato V. C., San Giovanni Incarico, Sant'Ambrogio, Sant'Andrea, Sant'Apollinare, Sant'Elia, San Vittore, Serrone, Sgurgola, Supino, Terelle, Veroli, Vico del Lazio, Villa Santa Lucia.


NESSUN ASTENUTO. Per cui i rappresentanti dei Comuni che non sono presenti in questo elenco, erano assenti dall'inizio (come ad esempio Casalvieri, Casalattico, Sora, Settefrati etc..) oppure sono andati via prima della votazione..

lunedì 23 luglio 2018

- Ailanto: Una specie arborea di origini cinese da combattere

Ailanto - Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
- Piante forestali

Classificazione, origine e diffusione
Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Famiglia: Simarubacee

Chiamato volgarmente albero del cielo, albero dei paradiso, albero del sole, ailanto della Cina, l'Ailanto è un albero originario delle zone temperate della Cina. Introdotto in Europa nel '700 come pianta da giardino, è sfuggito un po' ovunque, dall'Inghilterra all'Europa mediterranea. Si inselvatichisce facilmente e forma popolamenti densi che soppiantano la vegetazione indigena. Cresce ovunque anche fra le macerie e sui muri abbandonati.


Usi
Il legno di Ailanto è tenero e viene usato nell'industria cartaria; mentre l'uso come pianta ornamentale è molto limitato per l'odore sgradevole delle foglie.
Nel XIX secolo, a seguito delle disastrose epidemie del baco da seta, venne diffuso nel tentativo di ricavare la seta da un altro baco (Philosamia cynthia) che si nutre delle sue foglie. I risultati furono purtroppo deludenti a causa della scarsa adattabilità dell'insetto all'ambiente europeo. Albero rustico di grande adattabilità a diversi tipi di terreno, ha un apparato radicale invadente che serve a fissare terreni corrosi dalle acque.

Questa pianta sta prendendo piede tanto da diventare un invasore a danno dell'ecosistema ove prolifera abbondantemente provocando seri danni a ciò che la circonda o che si trova sotto la sua chioma.

Abbiamo chiesto un parere al dr. Giuseppe Sarracino esperto agronomo... 

Giuseppe,
L'Ailanto è una pianta di origini cinese che si propaga in maniera preoccupante... L'area del Cosa ne è piena... quali provvedimenti si possono prendere, visto che l'Ailanto soffoca altre piante...?

Ci ha risposto prontamente come sempre:


"La Ailantus altissima è considerata una pianta esotica ovvero una specie invasiva naturalizzata che presenta aspetti negativi ma considerato che anch’essa fornisce servizi ecosistemici, può essere tollerata in circostanze avverse ad altre piante. Non tutti sono d’accordo su questo aspetto ma credo che in alcuni casi occorre prendere in considerazioni tutte le ipotesi prima di esprimere un pensiero definitivo. Occorre aggiungere che le specie invasive causano generalmente il degrado dei servizi ecosistemici, hanno un notevole impatto sull'ambiente, minacciano la biodiversità e riducono l'abbondanza di specie in generale. D'altro canto, però, alcune di esse possono fornire servizi utili al benessere umano. Nel caso della nostra pianta essa è stata introdotta nel 18° secolo, dalla Cina per alimentare il lepidottero Samia cynthia, che avrebbe dovuto sostituire il baco da seta Bombyx mori, minacciato da varie epidemie. Da allora si è diffuso ed è ormai stabilizzato praticamente in tutto il mondo tanto che è considerata una delle peggiori specie invasive vegetali in Europa ed è anche indicato come invasiva in Nord America e in molti altri paesi. Naturalmente si conoscono di questa pianta solo gli aspetti negativi. E’ una specie dioica ovvero presenta fiori femminili e maschili su piante diverse, e le femmine producono mediamente oltre 300,000 semi all’anno. La pianta si diffonde anche per mezzo dei polloni molto aggressivi. E’ molto resistente alle avversità e si sviluppa anche in ambienti poveri. Contiene, sostanze tossiche e il contatto con le foglie e i fiori può provocare irritazioni cutanee e dermatiti allergiche. Questi sono solo alcune delle problematiche legate alla invasività della specie che, giova ricordarlo, sono enormi. Esistono alcuni aspetti positivi, ruolo ecologico che anche questa specie può esercitare; per esempio, impedisce l'erosione e fornisce ombra e posatoi per uccelli nidificanti. E per certi aspetti è una pianta in grado di soddisfare esigenze estetiche, culturali, sanitarie, igieniche, ricreative, sociali di un determinato ambiente. Negli ultimi tempi viene usata in medicina. Tornado alla domanda diretta ovvero cosa fare per liberarsene, dico che la gestione oculata di queste “infestanti”, (ad esempio selezionando gli individui maschi nel dioico ailanto, anche se, purtroppo, esistono anche, seppur rari, individui monoici) spontaneamente diffuse, potrebbe essere l’extrema ratio da contrapporre alla totale mancanza di piante, che nel nostro caso non si pone considerato che esistono tante altre piante nel luogo oggetto di intervento oppure intervenire ( indicato in letteratura) con mezzi manuali e meccanici con prodotti chimici".


Bisogna cominciarsi a preoccupare ed impedire che se trascurato nel tempo possa diventare un problema enorme all'ecosistema dove si espande???










Intanto ad Acqui, in provincia di Alessandria si sono attivati con gli studenti...

“Cacciatori di alianto” Cento studenti contro l’infestante



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Si potrebbe ipotizzare che qualche danno già si vede nel muro armato in dissesto sotto le sorgenti in Via Mola Nuova...?



sabato 21 luglio 2018

- Un COORDINAMENTO UNICO contro il deturpamento ambientale ed ecologico della Valle del Sacco

IN NOME DEL POPOLO INQUINATO.

GLI STATI GENERALI DELL'AMBIENTE E RISANAMENTO DELLA VALLE DEL SACCO.


Organizzato dal "circolo 5 Aprile" di Rifondazione Comunista di Ceccano.

Questo di seguito il messaggio d'invito dell'organizzazione che noi del "Coordinamento Ambiente e Salute Valle del Sacco Bassa Valle del Liri" abbiamo raccolto partecipando:

"Per costruire insieme alle Associazioni ambientali e sociali, ai Comitati di lotta e di quartiere, alle istituzioni, alla Politica ed ai cittadini tutti una piattaforma di lotta e di controllo che possa portare al risanamento della Valle del sacco, creando un coordinamento di raccordo tra le varie anime che lottano da anni contro il deturpamento ambientale ed ecologico".


Da qui si dovrebbe ripartire in maniera coesa ed organizzata, facendo rete tutti uniti in un COORDINAMENTO  che possa essere quello Interprovinciale per ambiente e salute o qualunque altro, l'importante sarà remare tutti insieme nella stessa direzione. Questo è stato il messaggio che ieri 20 luglio ho voluto consolidare a Ceccano, in qualità di portavoce del Coordinamento. Un momento in cui tutti quelli chiamati a parlare tra associazioni, Comitati, Giornalisti, Sindacati, tutti unanimi e coesi con lo stesso messaggio:
UNIAMOCI, FACCIAMO RETE E LOTTIAMO PER UN UNICO OBIETTIVO.... LA BONIFICA DELLA VALLE DEL SACCO.
Oltre me del Coordinamento erano presenti Riccardo Spaziani, Fabiana Fattori, Beniamino Zompa e Antonella Spagnoli nella doppia veste, di organizzatrice e di aderente al nostro Coordinamento, come cittadina attiva...
Tutti portavoce convinti di un messaggio unico, "fare rete".


Il mio intervento.




L'intervento di Angelino Loffredi


Alcuni momenti della manifestazione






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Per l'articolo di unoetre.it
di Valentino Bettinelli

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IMPORTANTISSIMO...!!!
Ceccano 20/07/2018
(da non perdere)

mercoledì 18 luglio 2018

- Fiume Cosa: Costituzione di un Comitato Parco Bene Comune. Incontro con capigruppo consiliari


“Costituzione di un Bene Comune”. Questa modalità è connotata dall'impegno in prima persona dei cittadini, sia organizzati in associazioni e comitati, sia come semplici cittadini. I soggetti interessati si costituiscono in un Comitato che ha come obiettivi l’elaborazione di un progetto, la sua realizzazione e il successivo mantenimento del Bene Comune, laddove per Bene Comune intendiamo uno Spazio Pubblico a disposizione anche di tutti gli altri cittadini che non contribuiscono attivamente al mantenimento del Bene ma che ne usufruiranno. Un Bene Comune così generato non ha bisogno di grandi finanziamenti, utilizza solo materiali naturali, in gran parte reperibili in loco, realizza trasformazioni minime che assolutamente non vanno ad intaccare l’integrità dell’area. Il Bene viene affidato al Comitato che lo gestisce democraticamente in seguito a un comodato d’uso concordato e firmato con l’Amministrazione Comunale, Amministrazione Comunale che a sua volta contratta con i soggetti privati proprietari dei terreni dell'area per eventuali affitti e/o acquisizioni. Non è necessario acquisire la proprietà dei terreni, si può cominciare con l’affittare i terreni con contratti decennali o quinquennali per iniziare a sperimentare la nascita di questo “terzo stato del Bene”.





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  • Di seguito, il fascicoletto distribuito ai presenti

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L'invito per i capigruppo consiliari

Alla c.a. di tutti i Capigruppo Consiliari del Comune di Frosinone

INVITO A PARTECIPARE

Martedì 10 luglio presso la Casetta dei Cavoni si è svolto un incontro congiunto ma ristretto con i rappresentanti delle associazioni che hanno organizzato l’evento del 1 luglio u. s. presso la Cascata dello Schioppo e che fanno parte del Coordinamento interprovinciale per l’ambiente e la salute della Valle del Sacco e bassa Valle del Liri. Per completezza di informazione precisiamo
che tale Coordinamento, di cui Luciano Bracaglia è l’attuale portavoce, sta collaborando attivamente con la Commissione Ambiente del Comune di Frosinone, partecipando alle riunioni mensili e proponendo progetti ambientali già presi in considerazione, adottati e patrocinati dal Comune.
Riteniamo l’incontro propedeutico e necessario per mettere a punto un piano d’azione riguardante la “questione fiume Cosa” da sottoporre in primo luogo all’attenzione di tutti voi capigruppo comunali o delegati e in secondo luogo all’attenzione dell'intero Consiglio comunale (presumibilmente nella prima convocazione del mese di settembre).
Erano presenti le seguenti associazioni:
- Frosinone Bella e Brutta, nelle persone del Presidente David Toro; il presidente onorario e referente del fiume Cosa Luciano Bracaglia; il vicepresidente Luca Oropallo, i consiglieri Matteo Mancone ed Alberto Brizzi.
- zerotremilacento, nella persona del consigliere Antonio Limonciello;
- Rigenesi, nelle persone del presidente Riccardo Spaziani ed i consiglieri Fabiana Fattori ed Alessandra Spaziani.
I punti principali e della massima urgenza sui quali si è posta l’attenzione dei rappresentanti delle suddette associazioni saranno illustrati nell'incontro di martedì 17 luglio, alle ore 20.30, c/o la casetta di legno ai Cavoni, al quale siete invitati tutti i Capigruppo Consiliari del comune di Frosinone. Nel caso qualcuno sia impossibilitato a partecipare, si prega di farsi rappresentare da persona delegata perché l'intento delle associazioni è che una eventuale nuova proposta di delibera venga presentata in consiglio congiuntamente da parte di tutte le forze politiche di governo e di opposizione.
Fiduciosi in una massiccia presenza, vista l’importanza del tema, Vi salutiamo cordialmente,
i portavoce:
David Toro, Luciano Bracaglia, Antonio Limonciello, Luca Fricchione e Riccardo Spaziani.

Frosinone, 12/07/2018

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Piani di azioni proposti


INCONTRO delle ASSOCIAZIONI per un PIANO di AZIONI sul fiume COSA

Martedì 10 luglio presso la Casetta dei Cavoni si è svolto un incontro congiunto ma ristretto con i rappresentanti delle associazioni che hanno organizzato l’evento del 1 luglio u. s. presso la Cascata dello Schioppo e che fanno parte del Coordinamento interprovinciale per l’ambiente e la salute della Valle del Sacco e bassa Valle del Liri. Per completezza di informazione precisiamo
che tale Coordinamento, di cui Luciano Bracaglia è l’attuale portavoce, sta collaborando attivamente con la Commissione Ambiente del Comune di Frosinone, partecipando alle riunioni mensili e proponendo progetti ambientali già presi in considerazione, adottati e patrocinati dal Comune.
Riteniamo l’incontro propedeutico e necessario per mettere a punto un piano d’azione riguardante la “questione fiume Cosa” da sottoporre in primo luogo all’attenzione di tutti voi capigruppo comunali o delegati e in secondo luogo all’attenzione dell'intero Consiglio comunale (presumibilmente nella prima convocazione del mese di settembre).
Erano presenti le seguenti associazioni:
- Frosinone Bella e Brutta, nelle persone del Presidente David Toro; il presidente onorario e referente del fiume Cosa Luciano Bracaglia; il vicepresidente Luca Oropallo, i consiglieri Matteo Mancone ed Alberto Brizzi.
- Antonio Limonciello, rappresentante di zerotremilacento;
- Rigenesi, nelle persone del presidente Riccardo Spaziani ed i consiglieri Fabiana Fattori ed Alessandra Spaziani.
I punti principali e della massima urgenza sui quali si è posta l’attenzione dei rappresentanti delle suddette associazioni sono quelli in gran parte già presenti nella Delibera comunale FR 2193 del 27 giugno 2013, mai applicata dall’attuale amministrazione a cinque anni dall’approvazione all’unanimità, e che forse non è nota a tutti gli addetti ai lavori.
Tale delibera, inerente al Parco del Cosa, fu fortemente voluta dalle Associazioni Frosinone Bella e Brutta, zerotremilacento, Frosinone 2020, Forming, L’Impegno, Laboratorio Scalo che aderivano al Contratto di fiume del Cosa, per il quale fu firmato un protocollo d’intesa da parte dei comuni interessati.
I punti principali ed ormai indifferibili oggi riteniamo essere i seguenti:

1) Analisi chimiche e batteriologiche delle acque del fiume, da effettuarsi in regime di magra e di piena (con maggior attenzione nel periodo di raccolta e frangitura delle olive, tra novembre e dicembre quando i frantoi scaricano i residui oleosi che tolgono ossigeno all’acqua, mettendone a rischio l’ecosistema). In caso risultassero contaminazioni batteriologiche, inoltre, dovrebbero essere predisposti e affissi lungo le sponde del fiume accessibili, opportuni avvisi di “non balneabilità”.
2) Ricognizione e geo localizzazione degli scarichi abusivi ancora esistenti con conseguente eliminazione degli stessi lungo tutta l’asta fluviale cittadina (in particolare, gli scarichi fognari del quartiere Maniano che si riversano presso la Cascata dello Schioppo, collegandoli ai collettori esistenti in zona De Matthaeis).

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3) Individuazione di altre aree (sponde) da bonificare e rendere fruibili per la cittadinanza.
Infine nell’ambito del reperimento delle risorse necessarie ai lavori di pulitura e bonifica delle sponde e delle aree adiacenti al corso del fiume, i rappresentanti delle associazioni propongono di utilizzare le seguenti modalità:
1) coinvolgimento delle associazioni di volontariato;
2) coinvolgimento degli enti locali (in primis il Comune), tramite il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata con il supporto delle realtà del terzo settore, finalizzati alla costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. I progetti territoriali dello SPRAR possono contribuire a costruire e a rafforzare una cultura dell’accoglienza presso le comunità cittadine, favorendo percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari.
3) coinvolgimento dei detenuti in progetti integrati per il reinserimento socio-economico degli stessi in attività con prestazioni volontarie.

I portavoce:
David Toro, Luciano Bracaglia, Antonio Limonciello, Gianluca Fricchione e Riccardo Spaziani.

Frosinone, 12/07/2018


Ulteriori delibere precedenti da prendere in esame:

- deliberazione consiliare n. 155 del 16.12.1988 avente per oggetto l’Istituzione del parco naturale paesistico archeologico del fiume Cosa e delle antiche Mole;
- deliberazione consiliare n. 34 del 12/10/1992 con la quale si approva il concorso nazionale per le idee e per la progettazione del Parco del fiume Cosa.


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Per un parco allo Schioppo in regime di Bene Comune



Premessa

Ci sono tanti modi per realizzare un parco, noi scegliamo la modalità della “Costituzione di un Bene
Comune”. Questa modalità è connotata dall’impegno in prima persona dei cittadini, sia organizzati in associazioni e comitati, sia come semplici cittadini. I soggetti interessati si costituiscono in un Comitato che ha come obiettivi l’elaborazione di un progetto, la sua realizzazione e il successivo mantenimento del Bene Comune, laddove per Bene Comune intendiamo uno Spazio Pubblico a disposizione anche di tutti gli altri cittadini che non contribuiscono attivamente al mantenimento del Bene ma che ne usufruiranno.
Un Bene Comune così generato non ha bisogno di grandi finanziamenti, utilizza solo materiali naturali, in gran parte reperibili in loco, realizza trasformazioni minime che assolutamente non vanno ad intaccare l’integrità dell’area. Il Bene viene affidato al Comitato che lo gestisce democraticamente in seguito a un comodato d’uso concordato e firmato con l’Amministrazione Comunale, Amministrazione Comunale che a sua volta contratta con i soggetti privati proprietari dei terreni dell'area per eventuali affitti e/o acquisizioni.
Non è necessario acquisire la proprietà dei terreni, si può cominciare con l’affittare i terreni con contratti decennali o quinquennali per iniziare a sperimentare la nascita di questo “terzo stato del Bene”.

Elementi da prendere in considerazione per interventi nell'area:

- Lo Schioppo rappresenta una delle più suggestive aree di paesaggio naturale integrato da antichi interventi umani di tutto il percorso del fiume Cosa. Nell'immaginario della città è stato per tante generazioni (fino agli anni 60), il luogo dei bagni al fiume. I campi che si attraversano per giungere alla cascata una volta erano coltivati ora sono una macchia boschiva di acacie, salici, pioppi, sambuchi e tante altre specie vegetali, comprese quelle officinali. Lungo il corso vivono gallinelle d’acqua, nitticore, picchi, upupe, civette e tante altre specie ornitologiche. Sotto il muraglione si è realizzata un’area di ciottoli colonizzata da una trentina di specie vegetali, tale area in regime di media portata dalle acque del fiume è resa isola. L’accesso all'isola realizzato in questi anni dai volontari, con passerelle in legno non impattanti, ha permesso un rapporto diretto con la cascata che è diventato uno degli aspetti più suggestivi dell’intera area (visto che attualmente il fiume non è balneabile a causa di scarichi abusivi diffusi).
- L’area è fortemente connotata storicamente. Non sono stati effettuati scavi ma come è già emerso in tutti gli interventi di edilizia sulla sponda destra del fiume, è molto probabile che si trovino resti volsci, probabilmente tombe, giacché era loro usanza seppellire i morti in aree che il fiume separava dalla città dei vivi. C’erano poi i resti dell’acquedotto romano, ci sono i resti dell’Anfiteatro Romano, la Fontana Bussi, il Ponte Romano, in ricostruzione settecentesca, la Mola nuova del 1734, attestata da una targa ricordo apposta sulla parete dell'ex Mola Nuova e visibile lungo il sentiero pedonale di accesso all'area, il muraglione con il canale di adduzione costruiti per alimentare di forza motrice idraulica la Mola Nuova, e, infine, l’Acquedotto di Pio IX con l’annesso ponte pedonale.
- Per quanto riguarda il Ponte Pio IX, da anni non può essere più utilizzato dalla popolazione (era l’unico ponte pedonale che permetteva agli abitanti delle campagne di Maniano e 


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della via Maria di raggiungere il centro storico) per due impedimenti: una proprietà privata ha chiuso il ponte con un cancello impedendone l’accesso; l’innalzamento della scarpata per consentire l’accesso stradale al tunnel di Viale Roma ha posto il ponte circa tre metri sotto l’attuale livello del piccolo parcheggio auto sito in prossimità del tunnel.

Azioni

- Collegare gli scarichi delle abitazioni di Maniano alla fogna già costruita e collegamento di quest’ultima, tramite stazione di pompaggio, al collettore principale passante per Piazzale De Matthaeis. Attualmente molti scarichi di Maniano utilizzano abusivamente il Fosso proveniente dalle sorgenti del laghetto di Maniano;
- Verificare sistematicamente la qualità delle acque e apporre cartelli di divieto di balneazione fino a 
quando le analisi delle acque non rileveranno il ripristino delle condizioni di balneabilità;
- Utilizzare il percorso delle fogne di Maniano (terreno pubblico di servitù) come sentiero per raggiungere la Cascata dello Schioppo;
- Realizzare e apporre appositi pannelli con indicazioni sui resti storici, sulle presenze vegetali ed animali.
- Completare la messa in sicurezza delle aree di accesso al pubblico;
- Restaurare il muraglione del 1734 che causa piene si sta sgretolando. Decine e decine di pietre che furono appositamente tagliate e messe in opera giacciono nel greto del fiume e scompaiono ricoperte dalla ghiaia. Tali pietre vanno recuperate e riutilizzate per il restauro;
- Ripristinare l’uso pedonale del Ponte Pio IX per accedere all'area dello Schioppo, ricreando il libero accesso dalla parte della Via Mola Nuova e realizzando una rampa di scale per collegarlo al parcheggio all'ingresso del tunnel;
- Promuovere campagne di saggi per accertare eventuali presenze di resti archeologici preistorici, Volsci e Romani;
- Affittare i terreni privati che dal Ponte Pio IX arrivano alla cascata dello Schioppo per permettere una fase di sperimentazione di Parco Autogestito da un Comitato (Comitato Parco Bene Comune dello Schioppo);
- Creare un protocollo d’intesa con il Comitato Parco Bene Comune dello Schioppo, Comitato costituito da associazioni non a scopo di lucro. Il protocollo di intesa affida l’area al Comitato allo scopo di sperimentare un parco pubblico in regime di Bene Comune. Il Comitato con un budget annuale messo a disposizione dell’Amministrazione Comunale, con l’apporto economico di sponsor, con il lavoro volontario delle associazioni e dei richiedenti asilo, tramite SPRAR , e dei detenuti, mantiene l’accesso all'area, cura la sicurezza e realizza aree di sosta e svago assolutamente con materiali naturali e zero impatto ambientale.

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DELIBERA COMUNALE FR 2193

            Nel Consiglio comunale di Frosinone del 27 giugno 2013, al 2° punto dell'ODG, si è trattato l'argomento "Parco sul fiume Cosa, come il sindaco aveva annunciato nella passeggiata del 16 giugno scorso. Il giorno prima del Consiglio, le Associazioni, Frosinone Bella e Brutta, Forming, Zerotremilacento, Frosinone 2020, L'Impegno, Consulta delle Associazioni ed il Comitato Civico Laboratorio Scalo, (Coordinamento delle Associazioni per il parco urbano fiume Cosa), avevano redatto ed inviato al sindaco ed amministratori il seguente documento:

Alla c.a. di:
- Sindaco Nicola Ottaviani
- Presidente del Consiglio
- Capigruppo consiliari del comune di Frosinone.

Oggetto: Proposte ed osservazioni in merito al punto 2 dell'odg (Salvaguardia e valorizzazione dell'area fiume Cosa - indirizzi), del consiglio comunale del 27/06/2013.

Il 26 giugno 2013 si sono riunite le Associazioni Frosinone Bella e Brutta, Frosinone 2020,
Forming, Zerotremilacento, L’Impegno e Laboratorio Scalo,  per esaminare la proposta di deliberazione consiliare che andrà in discussione nel consiglio comunale di domani 27 giugno ed avente per oggetto: “Salvaguardia e valorizzazione dell'area fiume Cosa – indirizzi”.
L'esame del corpo della proposta di delibera ha evidenziato  la volontà di intraprendere finalmente un percorso virtuoso che porti alla realizzazione del Parco sul fiume Cosa.
Pur tuttavia sia nelle premesse che nel dispositivo della proposta si riscontra che non sono evidenziati degli aspetti fondamentali di tutela e di valorizzazione delle aree che possano portare alla effettiva realizzazione senza problematiche successive dell'auspicato parco urbano sul fiume Cosa.
Pertanto le suddette Associazioni ritengono che nel dispositivo della deliberazione debba essere introdotto o specificato quanto segue:
         che, siano adottati immediati provvedimenti per l'elaborazione di un piano adeguato alla eliminazione di tutti gli scarichi fognari o comunque inquinanti, condizione primaria ed indispensabile per la rinascita del fiume e della realizzazione de Parco;
         che sia redatta una tavola da aggiungere al PRG che acquisisca le fasce di rispetto previste dalla normativa vigente;
         che, oltre la fascia di rispetto di cui sopra, siano definite tutte le aree che faranno parte del Parco urbano e che queste siano vincolate all'interno del PRG;
         che, in riferimento alle aree da tutelare siano recepite nel PRG le prescrizioni contenute nel PTPR, approvato dalla Regione Lazio il 14 febbraio 2008;
         oltre alla fascia di rispetto lungo il fiume esistono delle aree di alto valore paesistico (boschive, orticole, ecc...) che secondo le Associazioni firmatarie del presente documento dovrebbero essere anch’esse poste sotto tutela e vincolate alla realizzazione del futuro Parco sul fiume Cosa;
         che, ogni atto inerente il Parco del fiume Cosa, dopo l'approvazione della proposta di delibera consiliare, dovrà essere portato all’attenzione di tutte le Associazioni, pertanto ogni singola pratica di richiesta da parte del privato, sia pregressa che futura, dovrà essere resa pubblica con apposito avviso anche attraverso il sito istituzionale del Comune, per opportuna trasparenza.
Tutte le proposte e gli obiettivi di cui sopra, sono condivisi e sostenuti, senza alcuna riserva, dal presidente della Consulta delle Associazioni di questa città.
         Tale documento viene anticipato tramite posta elettronica certificata all'indirizzo del Comune di Frosinone.
Cordiali saluti,                           
Le Associazioni ed i Comitati proponenti



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Questo che segue, è l'articolo de IL MESSAGGERO Venerdì 28 Giugno 2013
Primo passo verso il Parco del fiume Cosa

Primo passo verso la realizzazione del futuro parco del fiume Cosa.

L'amministrazione Ottaviani, nell'ambito della riqualificazione e dello sviluppo urbanistico della città, per la parte attigua al corso d'acqua, ha approvato una delibera che prevede, per chi otterrà un permesso a costruire, di destinare per la parte pubblica del 22,50% delle volumetrie complessive, la realizzazione di interventi volti a realizzare il futuro parco. In particolare sono previste gabbionate in pietra per la riqualificazione delle sponde del fiume, la costruzione di un percorso pedonale, ciclabile e viario ad utilizzo dei mezzi di soccorso. «E' ovvio - ha illustrato il sindaco Nicola Ottaviani - che questa delibera non vuol dire la creazione del Parco che potrà avvenire solo con l'impegno pubblico ma che al momento langue per carenze di fondi. I privati ci consentiranno intanto di riqualificare alcune zone e soprattutto di non danneggiare, così come avvenuto in passato, porzioni fondamentali del territorio da tutelare». Il sindaco poi ha lanciato una frecciata anche alla Regione Lazio che a tutt'oggi non ha stanziato alcuna risorsa economica a favore della bonifica della frana del viadotto Biondi. «E' solo un tentativo di affrontare il problema - ha dichiarato il consigliere Francesco Raffa - bisogna pensare ad un intervento più organico e strutturale. Bisogna che l'amministrazione sia attenta a non ripetere interventi edilizi che in passato hanno deturpato in maniera irreparabile ed irreversibile una zona a verde fondamentale della città». Sull'argomento sono intervenute anche diverse associazioni (Frosinone Bella e Brutta, Frosinone 2020, Forming, Zerotremilacento, L'Impegno e Laboratorio Scalo) che hanno evidenziato l'assenza di aspetti fondamentali di tutela e di valorizzazione delle aree e cioè l'eliminazione di tutti gli scarichi fognari o comunque inquinanti, valorizzazione delle aree di alto valore paesistico (boschive, orticole, ecc...) che dovrebbero essere anch'esse poste sotto tutela e vincolate alla realizzazione del futuro Parco sul fiume Cosa.

COPIA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

COMUNE di FROSINONE
Deliberazione del Consiglio Comunale Numero 26 Data 27.06.2013

Oggetto: Salvaguardia e valorizzazione dell’area “Fiume Cosa” - Indirizzi.

L’anno duemilatredici addì ventisette del mese di giugno alle ore 18.30 e seguenti, nella sala delle adunanze, alla prima convocazione di oggi, comunicata ai signori Consiglieri a norma di regolamento, si è riunito il Consiglio Comunale in sessione ordinaria. Risultano all'appello nominale:

1 Ottaviani Nicola P              - 18 Morgia Valeria P 
2 Lunghi Franco P                 - 19 Benedetti Fulvio P 
3 Magliocchetti Danilo P        - 20 Grimaldi Gerardino A 
4 Zaccheddu Daniele P          - 21 Verrelli Sergio P 
5 Piacentini Adriano P           - 22 Marini Michele A 
6 Ceccarelli Ombretta P        - 23 Venturi Norberto A 
7 Petricca Alessandro A        - 24 Parlanti Massimo P 
8 Mansueto Giovanbattista A - 25 Galassi Antonio P 
9 Guglielmi Igino P                 - 26 Turriziani Andrea P 
10 Scaccia Giuseppe P           - 27 Raffa Francesco P 
11 Gentile Vincenzo P             - 28 Marzi Domenico P 
12 Crescenzi Sergio P             - 29 Facci Antonio P 
13 Benedetti Luigi P                - 30 Vitali Vittorio P 
14 Campoli Achille A              - 31 Tucci Carmine A 
15 Savo Vincenzo P                - 32 Pizzutelli Angelo A 
16 Masecchia Riccardo P        - 33 Calicchia Massimo A 
17 Ferazzoli Flora P



Assegnati N. 33 - In carica N. 33 - Presenti N. 24 - Assenti N. 9
           
Partecipa alla seduta il Segretario Comunale Dott.ssa Francesca Vichi la quale provvede alla redazione del presente verbale. Risultato legale il numero degli intervenuti, assume la presidenza il Dr. Franco Lunghi nella sua qualità di Presidente. Risultano presenti gli Assessori Sigg.ri Riccardo Mastrangeli, Gianpiero Fabrizi, Sandro Blasi, Carlo Gagliardi, Massimiliano Tagliaferri, Claudio Caparrelli e Fabio Tagliaferri. La seduta è pubblica.

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Il Presidente Dr. Franco Lunghi, introduce l’argomento iscritto al punto n. 2 dell’ordine del giorno concernente: ”Salvaguardia e valorizzazione dell’area – Fiume Cosa. Indirizzi“. Concede la parola al Sindaco che legge e commenta i punti salienti della deliberazione. Al termine della relazione illustrativa del Sindaco segue un breve dibattito al quale intervengono, con varie argomentazioni, come risulta dal verbale della seduta, i consiglieri Parlanti, Raffa, Magliocchetti e Turriziani Al termine della discussione generale il Presidente invita i consiglieri ad intervenire per le dichiarazioni di voto. I consiglieri Parlanti e Raffa dichiarano il voto favorevole alla deliberazione proposta dal Sindaco.

IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO - che il territorio comunale è attraversato per circa 12 km dal corso del Fiume Cosa, che ha la sua sorgente nella parte alta del territorio di Guarcino e confluisce nel fiume Sacco in prossimità del confine con il Comune di Ceccano; - che tale corso d’acqua costeggia due zone altamente urbanizzate e di particolare valenza strategica in termini commerciali e turistici, ossia la parte posta a valle, il centro storico e la zona “B”, di completamento, di PRG, parte bassa della città;
VISTO il D.lgs n° 42 del 2004 (Codice Beni Culturali e del Paesaggio ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002 n° 137); VISTO in particolare l’articolo 7, della legge regionale n° 24/1998, che disciplina le modalità di tutela da adottare lungo i corsi d’acqua, nonché il successivo PTPR, adottato con DGR n° 556 del 25.07.2007 e n° 1025 del 21.12.2007;
CONSIDERATO che, nonostante la centralità geografica del fiume ubicato in prossimità dei punti nevralgici della città, tale corso d’acqua da decenni, soprattutto a seguito della dismissione delle fiorenti attività agricole ricadenti in prossimità dello stesso, si trova in uno stato di abbandono e di trascuratezza derivanti sia dall’assenza di interventi di manutenzione e salvaguardia della flora e del verde, sia dalla presenza di edifici precari e fatiscenti;
POSTO che, ai sensi del combinato disposto degli articoli 3 e 13 del d.lgs. 267/2000 spettano al comune, in quanto ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo, le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, dell'assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico;
PRESO ATTO che i Comuni di Guarcino, di Vico, di Collepardo, di Alatri, di Ceccano, di Veroli, la Provincia di Frosinone, la XII Comunità Montana del Lazio – Monti Ernici, l’Università degli Studi di Cassino e del Basso Lazio ed il Coordinamento delle Associazioni per il parco urbano fiume Cosa, in più occasioni, d’intesa con il Comune di Frosinone, hanno manifestato la volontà di procedere con strategia comune verso la salvaguardia e la valorizzazione del fiume Cosa, anche attraverso adeguati strumenti di partecipazione e di collaborazione;
RISCONTRATO che anche questa Amministrazione ha più volte manifestato l’indirizzo e la volontà di procedere alla valorizzazione e alla riqualificazione dell’area del Fiume Cosa, anche al fine di salvaguardare l’integrità della risorsa idrica;
RICHIAMATI, a tal fine i seguenti provvedimenti:
- la deliberazione consiliare n. 155 del 16.12.1988 avente per oggetto l’Istituzione del parco naturale paesistico archeologico del fiume Cosa e delle antiche Mole;
- la deliberazione consiliare n. 34 del 12/10/1992 con la quale si approva il concorso nazionale per le idee e per la progettazione del Parco del fiume Cosa;
- la deliberazione del Consiglio Comunale n. 42 del 13/06/2003 avente per oggetto “il Parco Urbano del fiume Cosa e delle antiche mole: indirizzi per la redazione del piano di assetto;
VALUTATO
- che attualmente le aree del fiume Cosa rappresentano il polmone verde della Città ed un patrimonio per i cittadini;
- che pertanto, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile della città stessa, tali aree devono essere tutelate e rese fruibili per tutti i cittadini attraverso misure di salvaguardia ambientale e valorizzazione;
- che per il raggiungimento di tali obiettivi è necessario che l’Amministrazione coinvolga anche i soggetti privati, nello spirito di leale collaborazione e del principio di sussidiarietà orizzontale;
CONSIDERATO che negli ultimi anni l’ecosistema del fiume Cosa ha visto il ripopolarsi di specie faunistiche tipiche di habitat fluviali, come l’airone cinerino, o indicatrici di acque ancora non del tutto compromesse dall’inquinamento, come i pesci salmonidi o ciprinidi e che, pertanto, è doveroso da un lato tutelare e dall’altro valorizzare

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 questo patrimonio ambientale rendendolo godibile alla cittadinanza con interventi eco - compatibili di riqualificazione delle sponde fluviali;
RITENUTO opportuno, pertanto, promuovere la realizzazione di interventi di valorizzazione e riqualificazione delle aree prevedendo la realizzazione di piste ciclabili, percorso vita, percorsi pedonali, aree di verde attrezzato, il tutto facilmente raggiungibile sia dalla arteria commerciale di Via Aldo Moro, che dalla monumentale Villa Comunale;
DATO ATTO che l’Amministrazione comunale, al fine di valorizzare l’area di riferimento ha riavviato le procedure per la riqualificazione della zona denominata “Fontanelle”, che sorge in prossimità del fiume, ed ha inteso valorizzare le vecchie sorgenti, poste in località “Ponte la Fontana”, attraverso la realizzazione del “Parco dell’acqua”;
RISCONTRATO, inoltre,
- che negli ultimi anni si è assistito, anche a seguito di modifiche normative volte alla semplificazione procedimentale e al sostegno all’economia, a nuove istanze di edificazione nelle vicinanze delle aree di contorno del fiume nel rispetto delle norme di attuazione del PRG;
- che tali interventi devono essere realizzati tenendo conto della volontà dell’Amministrazione di valorizzare, tutelare e riqualificare le aree che costeggiano il fiume Cosa in modo da renderle fruibili per la cittadinanza;
CONSIDERATO, altresì,
-       che per ragioni connesse ad eventuali e particolari esigenze legate a situazioni di emergenza, che potrebbero richiedere accessi, oltre che per eseguire interventi di manutenzione dell’area stessa, è necessario definire, con l’opportuno indirizzo, la perimetrazione e la presenza di adeguati percorsi di servizio, che facilmente consentano il collegamento tra la viabilità esistente e l’area prospiciente il fiume stesso;
RIBADITO, pertanto, l’indirizzo e la volontà di voler promuovere la realizzazione di interventi di valorizzazione e di salvaguardia del percorso del fiume Cosa, anche in considerazione dell’esigenza di tutelare la flora e la fauna caratteristiche presenti lungo il corso d’acqua, nonché agevolare interventi di bonifica delle stesse sponde del fiume;
PRESO ATTO che la presente proposta di deliberazione non comporta impegno di spesa;
ACQUISITO il parere favorevole espresso ai sensi dell’art. 49 del TUELL 18.08.2000, n. 267, fal Dirigente del Settore proponente Arch. Elio Noce in ordine alla regolarità tecnica;
RILEVATO che la Giunta Comunale ha preso atto della presente proposta di deliberazione e ne ha autorizzato l’ulteriore corso nella seduta del 12.06.2013;
CHE la Commissione consiliare Urbanistica e Gestione del Territorio non ha espresso il parere richiesto;
PRESO ATTO che al momento della votazione risultano presenti 24 consiglieri (assenti: Petricca, Mansueto, Campoli, Grimaldi, Marini, Venturi, Tucci, Pizzutelli e Calicchia), Con voti favorevoli 24, espressi per appello nominale, il cui esito è stato accertato e proclamato dal Presidente,
DELIBERA
1. Di approvare gli indirizzi in premessa, che costituiscono parte integrante della presente deliberazione;
2. Di ribadire, la volontà di procedere alla valorizzazione e alla tutela dell’area che costeggia il “Fiume Cosa” promuovendo altresì la realizzazione di interventi di riqualificazione della zona, in stato di abbandono e di degrado da decenni, del seguente tipo: piste ciclabili, percorso vita, percorsi pedonali, aree di verde attrezzato, nonché assicurare adeguati accessi, legati ad esigenze eccezionali e/o per eseguire interventi di ordinaria manutenzione;
3. Di dare mandato alla Giunta e al Dirigente del Settore “Pianificazione Territoriale, Ambiente e SUE”, nel rispetto delle proprie competenze, per l’attuazione del presente atto;
4. Di dare mandato, altresì al Dirigente di adottare le misure necessarie al fine di tutelare le aree limitrofe al fiume Cosa, tenendo conto delle presenti linee di indirizzo nella valutazione di ammissibilità delle richieste di rilascio di nuovi permessi a costruire.
5. Con successiva e separata votazione unanime, espressa per alzata di mano, dichiarare il presente atto urgente ed immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134, u.c. del D.Lgs. n.267/2000.

Utente: FERRARI ENRICA Rif.: PDCC - 45 - 2013 / CC - 12-06- 2013 Data Stampa: 10-07-2013 Approvato e sottoscritto:
Il Presidente Dr. Franco Lunghi - Il Segretario Comunale Dott.ssa Francesca Vichi.


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Comunicato stampa del 18/07/2018

Incontro delle Associazioni con i capigruppo del Consiglio Comunale

Il giorno martedì 17 luglio 2018, alle ore 20.30, presso la Casetta ai Cavoni si è svolto un incontro tra rappresentanti delle Associazioni Frosinone Bella e Brutta, Zerotremilacento e Rigenesi, aderenti al Coordinamento Interprovinciale Ambiente e Salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri con alcuni capigruppo, consiliari del Comune di Frosinone e cittadini.
Erano presenti:
Ø  i sigg. David Toro, Luciano Bracaglia, Luca Oropallo, Nicole Panetta ed Alberto Brizzi per Frosinone Bella e Brutta;
Ø  Antonio Limonciello per zerotremilacento;
Ø  Riccardo Spaziani e Fabiana Fattori per Rigenesi;
Ø  Tra le sostenitrici del progetto dello Schioppo: la Sig.ra Sardellitti Alessandra e la Sig.ra D’Emilia Antonella;
Ø  per il gruppo consiliare Forza Frosinone - La Lega era presente il Sig. Perciballi Patrizio delegato a rappresentare il Sig. Cedrone Enrico;
Ø  per il gruppo consiliare Frosinone Capoluogo il Sig. Fagiolo Domenico delegato a rappresentare la Sig.ra Bruni Sara;
Ø  per il gruppo consiliare Movimento 5 Stelle il Sig. Mastronardi Marco delegato a rappresentare il Sig. Bellincampi Christian;
Ø  per il gruppo consiliare del PD il Sig. Pizzutelli Angelo;
Ø  per il gruppo consiliare Lista Cristofari la Sig.ra Scasseddu Fabiana delegata a rappresentare il Sig. Vincenzo Savo ;
Ø  per il gruppo consiliare Forza Italia il Sig. Magliocchetti Danilo;
Ø  per il gruppo consiliare Fratelli d’Italia il Sig. Ferrara Marco;
Ø  per il gruppo consiliare del PSI il Sig. Daniele Riggi delegato a rappresentare il Sig. Massimo Calicchia;
Ø  per il gruppo consiliare Polo civico la Sig.ra Patrizi Debora delegata a rappresentare il Sig. Guglielmi Igino.
Non hanno partecipato all’incontro neanche con delegato:
Ø  I Signori Carlo Gagliardi, Sergio Verrelli e Stefano Pizzutelli.

Dopo l’apertura dei lavori affidata a Luciano Bracaglia, che illustra le battaglie condotte dalle associazioni negli anni passati a favore del fiume Cosa, a David Toro che illustra i punti del programma di azione delle associazioni ed infine ad Antonio Limonciello che si sofferma sulle particolari criticità ed i luoghi di interesse storico della Cascata dello Schioppo, tutto contenuto nel fascicoletto che è stato consegnato ai partecipanti, la parola passa agli invitati.
La signora Antonella D’Emilia informa che allo Schioppo si sono già recati molti studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado, sfruttando i fondi europei erogati tramite i PON (Programmi Operativi Nazionali) e che dal mese di settembre diversi ordini di scuole della città attiveranno, grazie a finanziamenti europei, percorsi didattici, artistici, storico-ambientali ed altre escursioni nello stesso sito.
Angelo Pizzutelli, dopo aver valutato positivamente l’evento del 1 luglio, precisando che vista l’importanza dell’iniziativa, ha voluto dare anche un contributo con la propria associazione Frusna, ritiene che debbano essere trovati dei fondi, anche consistenti, per ripensare l’idea di un grande parco al servizio della città. E’ un’opera quella del Parco che va necessariamente strutturata, eventualmente con fondi regionali o con fondi europei.
Danilo Magliocchetti ringrazia le associazioni per il lavoro svolto nel sito dello Schioppo ed afferma che la delibera del 2013 va attualizzata, inserendo i tre punti proposti dalle associazioni e portata in Consiglio comunale nel mese di settembre poiché molti degli attuali consiglieri nel 2013 non erano presenti nell’assise cittadina. Da parte sua e del suo gruppo politico l’Amministrazione comunale si rende assolutamente disponibile ad affrontare la “questione fiume Cosa”. Si potrebbero coinvolgere enti quali la Provincia (anche se non dispone di ingenti fondi), l’ARDIS ed anche le istituzioni europee (tramite il Presidente del Parlamento Tajani ad esempio). Magliocchetti, inoltre, su sollecitazione da parte di un cittadino che seguiva la diretta su Facebook, ha preso impegno a rendere note le particelle catastali con relativi proprietari esistenti nell’area dello Schioppo.
Debora Patrizi informa che come gruppo Polo Civico ci tenevano ad essere presenti questa sera e ringrazia le associazioni per quanto fatto allo Schioppo. Secondo lei la filosofia delle associazioni non costituisce un lavoro al ribasso bensì un’importante azione di educazione civica, un’opera meritoria e di esempio per molti cittadini. Dal nostro gruppo c’è una grande apertura nei confronti di queste azioni. Bisogna ripensare completamente il rapporto con il nostro territorio e puntare sulla rigenerazione dello stesso.
Marco Ferrara afferma che le associazioni hanno fatto un grande lavoro, accendendo di nuovo i riflettori sulla “questione Cosa”. Interessante anche il fatto che si è messa al centro la tematica ambientale, sottolineando come il fiume nel tratto frusinate sia diventato ricettacolo di rifiuti e subisca ancora scarichi abusivi che non rendono assolutamente balneabili le acque. E’ d’accordo col consigliere Magliocchetti per una nuova delibera da presentare in consiglio. Dopo quella del 2013 l’ente comunale aveva provato a trovare risorse per il parco, ma non è stato possibile. Il tratto cittadino è lungo ben 12 km e del problema degli scarichi fognari si è già parlato in commissione. Il problema Maniano è già all’attenzione di ACEA che dovrebbe completare i lavori di collegamento delle fogne ai collettori.
Marco Mastronardi ringrazia per il lavoro svolto allo Schioppo ed afferma che un progetto per il Parco potrebbe essere realizzato (come è stato fatto con lo Stadio comunale ad esempio). Quanto alle delibere afferma che se ne potrebbero sottoscrivere molte ma l’importante è far seguire fatti concreti alle delibere. D’altra parte già nel 1989 era stato proposto il “Parco urbano delle antiche Mole” con ingenti finanziamenti ma che non ha portato ad alcuna realizzazione concreta. La questione fondamentale è la seguente: perché non si fa un piano particolareggiato a Frosinone? Perché non si progettano le azioni urbanistiche? E perché non si affronta il problema dell’abusivismo lungo il percorso del fiume? L’unica soluzione potrebbe essere la costituzione di un Tavolo di lavoro sul Cosa – un workshop, sull’esempio di quanto fatto in un quartiere di Bologna – aperto a tecnici e volontari delle associazioni.
Magliocchetti ribadisce però che il luogo centrale in cui si devono prendere le decisioni è il Consiglio comunale.
Daniele Riggi è alquanto pessimista sulla questione, poiché pensa che molti fondi non ci siano in realtà e perché il comune è una delicata fase di riequilibrio finanziario. Certo i problemi ambientali in città sono molto seri, a cominciare dalla discarica di via Le Lame.
Alessandra Sardellitti conferma la bontà del lavoro fatto dalle associazioni ma afferma che non è sufficiente. I fondi non sono di facile reperibilità ma bisogna fare di tutto per trovarli. Alatri ad esempio recentemente ha ottenuto un finanziamento di 2,5 milioni di euro di fondi europei, dalla Regione Lazio. Dunque, perché anche il Comune del capoluogo non ha tentato di accedere a tali fondi, indispensabili per progetti di risanamento ambientale? Il problema è che la macchina amministrativa di Frosinone non possiede adeguate professionalità per il reperimento di fondi e vanno persi.
Marco Ferrara conferma che il problema più grande è proprio quello riguardante gli uffici comunali, poiché una volta votata una delibera bisogna seguire le pratiche affidate ai dirigenti ed ai funzionari. E coloro che possono fare questo lavoro sono in primo luogo gli assessori che andrebbero investiti in primis.

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Le associazioni concludono facendo una riflessione su quanto è stato dichiarato dai partecipanti e cercano di fare il punto della situazione, ribadendo gli obiettivi ai quali hanno puntato nel momento in cui hanno fortemente voluto il momento di confronto.
Sta bene la delibera che sarà rinnovata in consiglio a settembre e l’unanimità degli intenti da parte dei presenti, ritiene però che servirà almeno a ricordare quanto già era stato previsto con le delibere precedenti, alle quali non è seguito poi l’opportuno processo di attuazione dei punti in esse contenuti.
Quello che si ritiene necessario, oltre l’ordinanza da portare ai voti, è quanto proposto nell’incontro, la “Costituzione di un Bene Comune”. Questa modalità è connotata dall’impegno in prima persona dei cittadini, sia organizzati in associazioni e comitati, sia come semplici cittadini. I soggetti interessati si costituiscono in un Comitato che ha come obiettivi l’elaborazione di un progetto, la sua realizzazione e il successivo mantenimento del Bene Comune, laddove per Bene Comune si intende uno Spazio Pubblico a disposizione anche di tutti gli altri cittadini che non contribuiscono attivamente al mantenimento del Bene ma che ne usufruiranno. Un Bene Comune così generato non ha bisogno di grandi finanziamenti, utilizza solo materiali naturali, in gran parte reperibili in loco, realizza trasformazioni minime che assolutamente non vanno ad intaccare l’integrità dell’area. Il Bene viene affidato al Comitato che lo gestisce democraticamente in seguito a un comodato d’uso concordato e firmato con l’Amministrazione Comunale. Amministrazione Comunale che a sua volta contratta con i soggetti privati proprietari dei terreni dell'area per eventuali affitti e/o acquisizioni. Non è necessario acquisire la proprietà dei terreni, si può cominciare con l’affittare i terreni con contratti decennali o quinquennali per iniziare a sperimentare la nascita di questo “terzo stato del Bene”.
È qui che entra in gioco e va perseguita la proposta del consigliere Mastronardi, ovvero, la costituzione di un Tavolo di lavoro sul Cosa – un workshop, sull’esempio di quanto fatto in un quartiere di Bologna – aperto a tecnici e volontari delle associazioni, ove invitare a partecipare con le proprie strutture, l’amministrazione comunale. Le associazioni lo propongono e sperano nella partecipazione che potrebbe condurre ai risultati attesi.
Qui di seguito il link per accedere alla diretta salvata su facebook ed il fascicoletto distribuito nell’incontro:

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Da L'Inchiesta del 24/07/2018
(versione cartacea)







Da L'Inchiesta del 24/07/2018
(Comunicato Stampa delle associazioni)
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Da Il Messaggero 30/07/2018
Pierfederico Pernarella