giovedì 15 novembre 2018

- LA CORRETTA GESTIONE DEI PINI


"... La convivenza con gli alberi, come ogni altra circostanza della vita, comporta una certa dose di rischi; rischi che, se gli alberi sono ben gestiti, risultano abbondantemente compensati dai vantaggi che ce ne derivano... " (Giovanni Morelli, tra i massimi esperti di Pini in Italia).




Siamo sempre noi i responsabili di certi disastri...!!! La mano dell’uomo che anziché proteggere crea le condizioni per distruggere. Abbiamo chiesto un parere al dott. Giuseppe Sarracino, agronomo del comune di Frosinone e Delegato Regionale Lazio A.I.D.T.P.G. (Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini). Dottor Sarracino quali sono le sue considerazioni?

«Il 21 novembre in tutta Italia si celebrerà, la Festa Nazionale dell’albero come prevista dall'art. 1 della legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”. Iniziativa lodevole dove si alterneranno autorità nazionali e locali con interventi sull'importanza degli alberi, ma gli episodi tragici di questi giorni, dimostrano il fallimento nella cura e nella sicurezza dei soggetti arborei. Cura, una parola tanto breve ma troppo spesso dimenticata. Il vocabolario della TRECCANI cosi declina “cura s. f. [lat. cūra]. – Interessamento solerte e premuroso per un oggetto, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività, in agraria, c. colturali, quelle dedicate alle piante coltivate, dopo la loro nascita e nel corso della loro vegetazione (zappature, rincalzature, diradamenti, concimazioni in copertura, scerbature, cimatura, ecc.)”. La domanda da porsi è, con quanta cura viene gestito il patrimonio arboreo che caratterizza il nostro paesaggio urbano? Tutti sappiamo che non è sufficiente piantare un albero e aspettarsi che faccia tutto da solo, senza presentare alcun problema durante tutto il suo ciclo di vita. Spesso dimentichiamo che gli alberi sono organismi viventi e che per la loro corretta crescita e sviluppo hanno bisogno di attenzioni, ciò è tanto più vero in città, dove le condizioni sono avverse. Potremmo fare un elenco dei tanti fattori, sia abiotici sia biotici, che limitano il suo corretto ciclo biologico, come la temperatura, il suolo inadeguato, gli inquinanti, la mancanza di un’adeguata irrigazione o non effettuata, i continui scavi per i sotto servizi, non controllati, che recidono le radici di ancoraggio, l’errata progettazione, gli atti vandalici ecc. Nonostante queste avverse condizioni, per fortuna, gli alberi posseggono una forte resistenza che gli consente di superare i numerosi stress prodotti. Invece in queste ore abbiamo assistito alla nascita di un nuovo “nemico” dell’uomo, l’albero!   Il recente evento meteorologico ha comportato lo schianto di milioni di alberi, lo straripamento dei fiumi e numerosi smottamenti, in tutto il Paese. Se la quantificazione definitiva dei danni ai patrimoni arborei pubblici potrà essere fatta solo una volta passata la fase emergenziale, i primi dati attestano la gravità di una situazione, questa volta davvero eccezionale: con oltre 2.000.000 di metri cubi di legno allettato nei boschi delle nostre montagne, migliaia di interventi per alberi schiantati e purtroppo la perdita di vite umane. Secondo l’Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini, “i violenti temporali che si abbattono con preoccupante ciclicità sul nostro territorio rischiano di declassare l'eccezionalità a ordinarietà, con tutto ciò che questo comporta”. Pertanto occorre governarli con il tempo, e in tempo, con criteri tecnico-scientifici, il che richiede la conoscenza e lo studio di tali fenomeni per intervenire in modo adeguato e con professionalità. Si tratta di evitare di oscillare tra la difesa ad oltranza dell’albero in quanto tale e interventi di capitozzatura.  Da oltre 20 anni si sa che le potature drastiche sono nefaste per la salute e la solidità delle piante eppure questo messaggio scientificamente provato non è compreso da tutti ed in modo particolare dagli amministratori. Anche il Lazio è stato colpito da questo evento, a Roma oltre 300 sono stati gli interventi per la messa in sicurezza degli alberi, a Terracina e in provincia di Frosinone, sotto la furia del vento decine di alberi hanno provocato numerosi danni e la morte prematura e assurda di tre persone. La Regione ha dichiarato lo stato di calamità regionale per l’intero territorio laziale, tra i primi il comune di Terracina e la provincia di Frosinone. Provvedimenti importanti ma non risolutivi, se non si sostituisce la logica degli interventi straordinari con una cultura di prevenzione e di cura del verde soprattutto in aree urbane. I comuni gestiscono il più grande e importante patrimonio arboreo che caratterizza il paesaggio urbano italiano (milioni di alberi), frutto di secoli di intelligenti lavori, e hanno il dovere di conservarlo, tutelarlo e lasciarlo in eredità. Secondo i dati ISTAT, sulle 104 città capoluogo esaminate, il verde urbano rappresenta circa il 2,7% del territorio dei comuni capoluogo, per una superficie verde di oltre 550 milioni di mq, di cui il 14,8% è inclusa in aree naturali protette e il 45,5% destinata a uso agricolo. Eppure le varie amministrazioni comunali fanno scarso uso degli strumenti atti alla pianificazione e alla gestione di tale patrimonio: sono meno di un quinto i comuni che hanno, approvato il Piano del verde, solo il 45,7% ha adottato un Regolamento del verde, mentre il censimento del verde è stato effettuato dal 70,7% delle città. Il trend dal 2011 al 2016 indica una diminuzione della disponibilità pro capite del verde pubblico. Nella cura di parchi e giardini pubblici, le città italiane hanno speso in media 34 € per ogni cittadino, molto al di sotto della media Europea, (50 € a cittadino). Nel Lazio la situazione per quanto riguarda la cura del verde e degli alberi presenta numerose problematiche. Gli esigui dati a disposizione sono il segnale di quanto poco strategico sia considerato il verde per la qualità della vita urbana. La tabella, allegata, disegna lo stato delle città capoluogo: quasi nessuna ha un regolamento del verde, manca il piano del verde necessario ad approntare i processi di   pianificazione e di gestione. È impossibile curare il patrimonio vegetale della città, se non ne conosci la quantità e la qualità. La maggior parte dei comuni è privo di una struttura tecnica e amministrativa e di personale adeguato. In provincia di Frosinone i dati raccolti a fatica, ci confermano che nessun comune ha un piano del verde e un suo regolamento, il verde è considerato un bene marginale, spesso gestito da geometri o nel migliore dei casi da ingegneri (nulla contro queste professioni), con poche risorse finanziarie. Un ruolo rilevante lo possono e lo devono svolgere i cittadini, chiedendo una vera politica di gestione del verde, ma spesso essi sono dei veri “antagonisti” nei confronti di coloro che ogni giorno sono deputati a occuparsi di ciò. I cittadini devono pretendere professionalità e adeguati programmi di cura, ma devono essere consapevoli che gli alberi si ammalano e invecchiano e quindi occorrono interventi di rinnovo delle alberature. Bisogna sapere che per convivere con gli alberi è necessario rispettare la loro identità biologica e valutare il punto di non ritorno ovvero quello in cui la vita degli alberi “non è più compatibile con la società degli uomini”. I fatti di questi giorni, non possono però non fare riflettere su quanto sta accadendo al clima.  Le emissioni dei gas sono una delle principali cause dell’effetto serra e gli alberi giocano un ruolo rilevante e strategico per il taglio di tali emissioni. Il rapporto “La sfida della qualità dell’aria nelle città italiane” presentato al Senato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, tra le altre cose, ha mostrato come gli alberi rappresentano il mezzo di contrasto più efficace, economicamente e ambientalmente. Come ha dichiarato il Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini “Situazioni come quella del 29 ottobre 2018 non saranno evitabili, ma potranno essere affrontate con una nuova consapevolezza e con la ragionevole certezza che tutto quello che era possibile fare è stato fatto. Anche in termini di capacità di comprendere vicendevolmente i vari punti di vista, di trattare con pari dignità l'informazione e la formazione e di fare di tutto per cercare, come si dice oggi, “di fare sistema”, con tutti coloro che al verde pubblico tengono veramente”. Cosa fare: approvare, da parte del Governo, i decreti per rendere operativa la Legge 10/13, la Regione Lazio recepisca tale legge e renda obbligatorio da parte dei comuni l’approvazione del regolamento del verde, il censimento del patrimonio arboreo e vegetativo e l’adozione del piano del verde. “Alberi e uomini, faccia a faccia” è il titolo di un bellissimo passo del libro   di C.  Drénou, e G. Feterman che nelle conclusioni raccontano che “la sua unica ambizione è quella di aiutarvi a osservare e rispettare gli alberi”, credo che questo sia un buon inizio per celebrare la Festa Nazionale dell’Albero».

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