mercoledì 11 novembre 2020

- Biodigestori a Frosinone❓ NO GRAZIE❗

L’impianto per la produzione di biometano di Massa Finalese

A FROSINONE #NONUNAPMINPIU

🔝Fortunatamente esiste l'Associazione Medici di Famiglia per l'Ambiente di Frosinone e Provincia

Con alcune Associazioni ci si stava apprestando ad inviare in Regione Lazio, Area Valutazione di Impatto Ambientale, alcune osservazioni inerenti la "COSTRUZIONE E MESSA IN ESERCIZIO DI UN IMPIANTO DI PRODUZIONE DI BIOMETANO OTTENUTO DALLA DIGESTIONE ANAEROBICA DELLA FRAZIONE ORGANICADA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI".

Purtroppo, si è appreso che i termini sono scaduti da 3 giorni, esattamente il giorno 8 novembre. Il ritardo però consola tali associazioni poiché hanno riscontrato con sommo piacere, sul sito della Regione Lazio, che  analoghe osservazioni sono state già presentate dai Medici di Famiglia per l'Ambiente.

Resta comunque l'amarezza per la distrazione ed anche il fatto che tali associazioni, non siano state le uniche distratte, in quanto nessun rappresentante o partito politico che rappresenta il territorio nelle varie sedi, a tutti i livelli di potere, dal Comune, passando per la Regione, fino alla Camera ed al Senato, abbiano proferito parola, su tale delicata questione, ad eccezione del consigliere di opposizione Marco Mastronardi, primo a lanciare l'allarme e collaborare con i medici di famiglia, sulle osservazioni allarmanti presentate. 

Una nota molto importante si legge tra le osservazioni dei Medici di Famiglia, in riferimento ad un questionario che fu realizzato dai Medici stessi con la collaborazione di alcune associazioni, tra il 2015 ed il 2016:➡

«...Per esplicitare l’aggravio inevitabile sulla salute dei cittadini di Frosinone che tali sostanze disperse in aria dalle emissioni dell’eventuale impianto di un biodigestore arrecherebbero, si riportano i dati risultanti da un questionario sulla prevalenza di ASMA e BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA somministrato a 3.096 residenti nel capoluogo ciociaro tra gli anni 2015 ed inizio 2016. I risultati del questionario sono stati presentati per la prima volta nel giugno 2016 in occasione di un convegno tenutosi presso il Tribunale di Frosinone, che si è avvalso della partecipazione, in qualità di relatori, di Medici, Avvocati e Magistrati. Tale questionario ha costituto poi la base per l’opposizione del Sindaco di Frosinone Avv. Ottaviani ad un’erigenda biomassa prevista nel comune capoluogo. Grazie all’applicazione del Criterio di Precauzione, la biomassa in questione non si è ancora fortunatamente realizzata. E così dovrà avvenire per il biodigestore. Specie in zone già soggette ad inquinamento da altre fonti, nelle quali ulteriore fattore critico precipiterebbe la situazione, sarà necessario bloccare l’immissione nell’ambiente di altre sostanze nocive, di cui peraltro già si conoscono gli effetti di tossicità».

🤓 Le associazioni saranno presenti con occhi vigili ❗
Auspichiamo anche nei cittadini ed istituzioni

Trovate il documento integrale delle osservazioni presentate qui:

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Dichiarazioni della d.ssa Teresa Petricca dell'Associazione dei Medici di famiglia

Il biodigestore a Frosinone: smaltimento di rifiuti solidi organici, (FORSU) e produzione di biometano. 
La gestione dei rifiuti presenta notevoli ed importanti ricadute sulla salute e sulla convivenza sociale.  Come medici ci corre obbligo di fare alcune puntualizzazioni e fare chiarezza su un argomento quasi mai considerato dal punto di visto della salute, ma da sempre oggetto degli appetiti economici più aggressivi. La frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU), che rappresenta il 35% circa delle produzione complessiva di rifiuti urbani, deve essere gestita secondo la gerarchia di priorità individuata dalla UE (Direttiva 2008/98/CE), privilegiando la prevenzione (autocompostaggio) e il riciclaggio/recupero di materia (identificabile unicamente con il compostaggio aerobico tradizionale). La digestione anaerobica (DA) dei rifiuti, propria del biodigestore, finalizzata al recupero di energia, è considerata scelta di secondo livello rispetto al compostaggio tradizionale che è da preferire in via prioritaria. Questo è quanto dice l’Europa in modo chiaro ed inconfutabile: gli inceneritori e le discariche in primis, a seguire i biodigestori sono modalità da non preferire per lo smaltimento dei rifiuti. Ogni altra interpretazione non rispetta la salute e favorisce altre finalità. Il Comune di Frosinone già paga un prezzo altissimo allo smaltimento dei rifiuti organici con la discarica di via Le Lame dove sono ammassate tonnellate di rifiuti provenienti da tutta Italia, un riconosciuto mostro ambientale, una bomba ecologica non sanificabile, la seconda peggior scelta, dopo gli inceneritori per trattare i rifiuti organici. Il biodigestore di Frosinone dovrebbe sorgere a poche  centinaia di metri dalla discarica di via Le Lame, ancora più prossimo al centro città. Trattasi  di  un biodigestore anaerobico, la terza peggior scelta secondo la Direttiva Europea per trattare i rifiuti, deputato a smaltire 50.000 tonnellate/annue di rifiuti provenienti da ogni dove, quantità enorme se si rapporta alle circa 3000 tonnellate/annue prodotte dal Comune di Frosinone. Dalla digestione anaerobica dei rifiuti immessi nel biodigestore, residua il digestato, una poltiglia semiliquida che deve essere separata, trattata e smaltita in quanto classificata  rifiuto speciale ( CER 19.06.00 )  non utilizzabile  in agricoltura (Consiglio di Stato n.6093 del 4/9/19). Di fatto per la gestione del digestato si ripropone la seconda peggior scelta : la discarica, senza recupero e senza economia circolare, con impossibilità di usare tale rifiuto speciale come arricchente i terreni. Rispetto la produzione del biogas, proveniente dalla biodigestione dei rifiuti in entrata e convertito in biometano,  riportiamo  quanto asserito da ISDE Italia nella  Position Paper sul trattamento della FORSU : “Il proliferare di impianti di produzione di biogas basati sulla digestione anaerobica di rifiuti organici (non necessariamente urbani) è da attribuire più che ad una loro intrinseca convenienza economica o ancor meno a loro presunti vantaggi sul piano ambientale, alla distorsione prodotta da un sistema di incentivi che premiano in misura eccessiva l’energia ottenibile da tale fonte” ed ancora “è comunque opportuno evidenziare che i meccanismi di incentivazione di produzione energetica spesso possono essere usati da lobbies finanziarie e speculative per creare distorsioni di mercato tese a centralizzare nelle mani pochi beneficiari privati utili elevati a scapito degli interessi della collettività”. Sia il compostaggio che la digestione anaerobica possono presentare criticità ambientali e sanitarie legate alla qualità del materiale in ingresso che, qualora non adeguata (in particolare per la presenza di batteri patogeni, elevate concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici), può produrre contaminazione del suolo e della catena alimentare ed emissioni inquinanti in atmosfera, molte delle quali osmogene maleodoranti ( puzza intensa di uova marce), alcune delle quali cancerogeni certi per l’uomo. Il contesto territoriale che ci vede SIN (Sito di Interesse Nazionale per la bonifica),  le criticità ambientali, il livello altissimo di inquinamento atmosferico già presente con peggioramento ineludibile, rendono non pensabile la nascita di un siffatto opificio. Rammentiamo che lo studio condotto su oltre 3000 cittadini di Frosinone, negli anni 2015-2016,  ha evidenziato una prevalenza di asma e di bronchite cronica ostruttiva rispettivamente del doppio e del triplo rispetto la media del resto d’Italia, a significare una già esistente condizione di fragilità di salute degli abitanti, sulla quale non è eticamente consentito ogni ulteriore aggravio. Il biodigestore è  un rischio sanitario non trascurabile per la salute, va scoraggiato, quantomeno, in territori quale il nostro. 

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📛Personalmente sono fortemente preoccupato, per la situazione ambientale, critica e disastrosa, in cui da anni versa Frosinone e tutta la Valle del Sacco, pertanto ritengo che bisogna tendere ad ottenere una moratoria ferrea, su qualunque nuovo impianto di trasformazione dei rifiuti, qualunque possa essere la natura, anche quelli riconosciuti 'green' ed innovativi perché comunque, come noto, ogni trasformazione genera emissioni di inquinanti vari, anche se si riduce x...., si produce y..... 
La testimonianza, in quanto contenuto nell'articolo di oggi, su UnoeTre.it, con le dichiarazioni dei medici di famiglia, di cui anticipo il virgolettato:

"Rifiuti organici, ‘No’ categorico dei ‘Medici di famiglia’ a un impianto a biogas nel Capoluogo ‘La Valle del Sacco in generale e Frosinone in particolare non possono sopportare un ulteriore peso’. Si parla del digestore anaerobico che dovrebbe sorgere in zona Asi. Ecco i potenziali rischi connessi alla salute e all'ambiente". 

Trovate l'articolo qui: [Digestori SI, digestori NO. E dove?]

Resto comunque dell'idea che non bisogna trascurare neanche il maggior traffico di automezzi pesanti, (quelli più inquinanti) che si verrebbe a generare con i numerosi scarichi e carichi dei vari materiali sottoposti al trattamento. Nessuno ne parla❓

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