I lavoratori della ex Frosinone Multiservizi, scrivono una lettera ai Santi Patroni, Silverio e Ormisda Santissimi.
Fra qualche giorno Frosinone sarà in festa per invocare come ogni anno la Vs protezione, una protezione per tutti i cittadini di Frosinone, siano essi ricchi, benestanti e fedeli, come quelli poveri, socialmente difficili e anche disperati.
Il 20 giugno sarà per noi il 74° giorno di protesta e di presidio con la tenda in piazza VI dicembre. Una protesta pubblica che si immaginava essere molto più breve, ascoltando le istituzioni e la politica che dicevano di avere interesse a chiudere una spinosa vicenda che da un anno si trascina nella nostra comunità. Una protesta che ne segue altre ancor più eclatanti che tende a ricostruire un puzzle di diritti calpestati a cominciare da quello del lavoro e per finire a quello dell’ indispensabile ruolo pubblico dei servizi per la cittadinanza.
La Vs festa e la nostra protesta quindi avranno una coincidenza spaziale: piazza VI dicembre. Non ce ne vorrete se mostriamo alla città l'altra faccia di disagio, difficoltà sociali ed economiche, di fatica ad immaginare un futuro, di richiesta di intervento del pubblico nel risolvere centinaia e centinaia di problemi. Non ce ne vorrete se saremo ambasciatori, nostro malgrado, di tutta una popolazione che sta diventando maggioranza che non riesce ad arrivare a fine mese, che ha perso il lavoro, che non ha reddito, che perde la casa, che perde la forza della protesta, ma fa file di ore per un pacco alimentare e si chiude purtroppo nel proprio disperato individualismo. Non ce ne vorrete poiché avremo comunque rispetto della festa di tutti e di ognuno, nonostante le istituzioni elette per proteggere i cittadini da meri problemi materiali rifuggano da questi doveri, anzi sembra proprio che li acuiscano.
L’impegno della politica frusinate, che si vanta della propria solerzia, è stato quello di contribuire ad impoverire intere fasce di popolazione, depauperando il settore pubblico: sono scomparse politiche sociali di redistribuzione del reddito (il numero delle famiglie con risorse scarse è 1/3 in più di 15 anni fa, arrivando quasi al 45% della popolazione, fonte ISTAT); politiche volte all'espansione della spesa (salute e sanità prima di tutto); trasferimenti di risorse ai territori per far fronte alla quotidianità; difesa dell’occupazione – le persone senza lavoro sono raddoppiate negli ultimi 7 anni. Contestualmente sono aumentati il costo dei servizi, molti un tempo non molto lontano gratuiti, le tasse, le bollette; si è distrutto il territorio, alienato il patrimonio, contratto debiti… Si è accelerato nell'esternalizzare, privatizzare, vendere, alienare.
Quale festa quindi sarà quella del 20 giugno? La festa della città che vuole continuare a nascondere sotto il tappeto la polvere tossica per dirla con l’attualità della politica, le terme sotto il cemento armato, o quella di coloro che hanno interesse a costruire riti e miti nel contesto di comunità, dando valore alla giustizia sociale e alla condivisione?
Per quanto ci riguarda, ci appelliamo a Voi, Santissimi Patroni, per accelerare il percorso che il 10 giugno la Commissione Consiliare del Comune di Frosinone ha intrapreso redigendo un documento unanimemente accolto che propende per una nuova società pubblica. Con questo documento, se pur con un anno di ritardo, il Comune di Frosinone prova a definire formalmente una riorganizzazione di una società pubblica per la gestione dei servizi.
Vi sembra poco, Santissimi Patroni, recuperare 240 posti di lavoro; un lavoro stabile; un reddito appena dignitoso; dei servizi pubblici; una società gestita e curata nell'interesse pubblico; una storia di precarietà lunga 17 anni?
Solo allora i sottoscritti abbandoneranno la piazza e la loro tenda. Non si può assistere inerti allo sgretolamento del tessuto sociale ed economico della città senza opporvisi e senza costruire una idea di un futuro migliore.
Frosinone 16 giugno ’14
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