Che cos'è oggi la Valle del Sacco?
Una discarica di interessi economici e politici, piegata a logiche di profitto e abbandonata da una classe dirigente che ne ha favorito il degrado. Di fronte c'è una comunità che pretende rispetto, anche da chi ne strumentalizza le battaglie per tornaconto personale, svuotandole di senso e logorandone la credibilità.
Ogni decisione è stata orientata da scopi estranei alla tutela ambientale e al bene comune. Dalla bonifica — ridotta a slogan da destra e sinistra — ai fondi del PNRR utilizzati per operazioni opache. Dalle politiche di reindustrializzazione alla riperimetrazione del SIN, fino alla cosiddetta transizione ecologica, trasformata nell’ennesimo paravento per progetti a beneficio di pochi.
Dopo il diniego all’impianto di Frosinone — ottenuto dopo oltre 5 anni grazie all'azione della Provincia e forse alla rinuncia del proponente, scoraggiato dall’obbligo di caratterizzazione ambientale su un sito contaminato — e dopo l’autorizzazione del biodigestore di Anagni (con prescrizioni e ricorsi ancora in corso), tra Artena e Paliano avanzano nuovi impianti per biodigestione e biometano. Progetti sostenuti da fondi pubblici e approvati con modalità tutt’altro che trasparenti.
Le denunce sollevate in questi anni sulla pericolosità di tali impianti e sulla loro localizzazione nel SIN della Valle del Sacco restano valide. Questa non è transizione ecologica: è un modello che di “verde” ha solo il colore dei soldi, sorretto da un ambientalismo di facciata e strumentalizzato da chi cavalca le proteste solo per convenienza, senza mai mettere in discussione un sistema che sfrutta il territorio e ne esporta i profitti.
Con i nuovi progetti in corso, ai cittadini si chiede di pagare il prezzo della speculazione “green”: salute compromessa, territorio sacrificato, qualità della vita distrutta. I vantaggi? Solo per grandi gruppi economici e politici. Pesano le gravi responsabilità di amministratori locali e regionali, che ignorano le comunità e calpestano i territori in nome del profitto di pochi.
Da oltre 5 anni, il Comitato No Biodigestore porta avanti un’intensa attività di informazione, mobilitazione e contrasto istituzionale per bloccare l’autorizzazione del biodigestore di Frosinone.
Un lavoro costante, documentato e partecipato, che ha coinvolto cittadini, tecnici e associazioni.
Ed il risultato è arrivato.
Tutto il percorso, le iniziative e i risultati ottenuti sono consultabili sulla pagina ufficiale:
👉 https://www.facebook.com/nobiodigestorifr
La tutela del territorio non si ferma. Continueremo a vigilare.
👉https://www.frosinonetoday.it/zone/valle-del-sacco/artena-respinto-ricorso-tar-biometano-magnarozza.html