lunedì 16 gennaio 2017

- Sei preoccupato per le PM10...? Il Centro Studi Tolerus ha fatto uno studio in merito


Sabato mattina, 14/01/2017, alla stazione di Ceccano, c'è stata la presentazione dei risultati ottenuti dal Centro Studi Tolerus, insieme ad un gruppo di professionisti, cittadini e volontari, su uno studio indipendente sulla qualità dell'aria nel territorio di Ceccano nel periodo dicembre 2015 - marzo 2016, con particolare riguardo alle alte concentrazioni di particolato fine (Pm10) in atmosfera.

LO STUDIO



Quello che è emerso è molto interessante ed utile....

Sintetizzo brevemente, come mia abitudine le informazioni che ritengo più significative, mentre è possibile vedere tutte le slides dello studio [QUI]

 Descrizione dei dispositivi di rilevamento utilizzati, con sensori all'avanguardia, dodato di un fascio laser che riesce a contare e distinguere le polveri con diametro da 10  a 2,5 ug/m3 e CO2.
La comparazione dei dati tra le centraline ARPA e quelle degli studiosi, ha dimostrato che gli indici sono molto simili anche se migliorativi quelli di questi ultimi, in quanto sono il risultato di una media tra i punti misurati a diverse altezze e condizioni. La centralina di Badia che sta molto bassa, con i sensori a livello di strada, ad esempio,  è penalizzata da tale posizione e la Regione ha dichiarato che sarà a breve ubicata in una posizione più attinente alle norme.



La centralina utilizzata dal Centro studi Tolerus

Dallo studio è emerso che le centraline di rilevamento, più stanno a livello basso e maggiori sono le polveri rilevate, in particolar modo queste aumentano quando per inversione termica si abbassano le temperature. Risulta infatti che nelle ore più calde, (dalle 12 alle 16), i valori si abbassano notevolmente ed in tale arco temporale che l'inquinamento è più basso, è preferibile fare attività all'aperto.

E non solo... sono molte le componenti oltre alle temperature... Una è la conformazione orografica della Valle del Sacco e l'altra è la depressione che si crea da ottobre ad aprile che fa abbassare al suolo le PM  e mancano correnti necesssarie per spazzarle via. Ecco perchè l'unico rimedio è ridurre le fonti e non aumentarle, come ad esempio la costruzione di nuove centrali a biomasse...!!!
Tra le varie zone di Ceccano misurate, è risultata migliore quella di Faito ove a mio avviso ma confortato anche dagli studiosi, il bosco e quindi la vegetazione folta, contribuiscono molto ad avere minore inquinamento.

ALCUNE CONSIDERAZIONI INTERESSANTI EMERSE DALLO STUDIO MA GIA' NOTE
 + COMBUSTIONE DI LEGNA E PALLET = + POLVERI SOTTILI (PM E BENZOPIRENE)


LA LINEA GIALLA INDICA L'AUMENTO DI PM DA COMBUSTIONE NEGLI ANNI
LA LINEA ROSSA INDICA LA DIMUNUZIONE DI PM DA TRAFFICO NEGLI ANNI


Di seguito le misure previste dal piano regionale


Qui invece, le proposte suggerite dal Centro Studi in base ai risultati ottenuti


E' intervenuta la dottoressa Teresa Petricca, dell'Ass. Medici di Famiglia per l'Ambiente, la quale ha ribadito i danni che vengono provocati alla salute con il crescente aumento di tumori a causa delle PM e del Benzopirene (siamo primi a livello nazionale con quest'ultimo e secondi con le PM dopo Torino), ribadendo che non abbiamo più bisogno di una sola PM in più ed invece vengono autorizzate le centrali a biomasse che contribuiscono notevolmente a farle aumentare, (2 articoli a fondo pagina).

Dottoressa Teresa Petricca, dell'Ass. Medici di Famiglia per l'Ambiente
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Dal canto mio ho sottolineato come nel comune di Frosinone si fanno le ordinanze con le limitazioni previste dal piano regionale ma non ci risulta che vengano fatti i dovuti e necessari controlli capillari per farle rispettare... Come anche la provincia sia distante dalle verifiche sugli impianti delle industrie e, come la Regione da una parte cala le misure previste nel piano e poi invece incentiva la posa di stufe a legna e pallets. La trasformazione degli impianti vetusti a gasolio anziché anticiparla l'hanno posticipata di 6 mesi.

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Era presente il Dott. Aldo Palombo Dirigente dell'Area 'Conservazione e tutela della qualità dell'ambiente' della Regione Lazio che ci ha fornito molte notizie utili.

Il dr. Aldo Palombo della Regione Lazio ci ha informato sugli incentivi che sono a disposizione denominato 'Conto termico 2.0' per installare caldaie e pompe di calore.
Che è stato dato un finanziamento di 75.000 euro alla provincia di Frosinone per coordinare interventi di tipo strutturale nei comuni.
Ha ribadito che ci sono due procedure d'infrazione da parte dell'Europa che peseranno sulle nostre teste. 
Se Frosinone, essendo comune di classe 1, non presenta ogni anno il PIO (Piano d'Intervento Operativo), contenente misure strutturali ed emergenziali, per i periodi dal 15 ottobre al 31 marzo, perde l'accesso ai finanziamenti previsti.



Sostiene anche, come da sempre noi suggeriamo che per la lotta all'inquinamento, i comuni interessati devono lavorare uniti ed in sinergia tra loro.
Dott. Aldo Palombo Dirigente dell'Area 'Conservazione e tutela della qualità dell'ambiente' della Regione Lazio
Risorse economiche



Comunicato stampa del 16/01/2017



Cliccare l'immagine per accedere direttamente all'articolo de L'Inchiesta

http://www.linchiestaquotidiano.it/news/2017/01/17/frosinone,-le-associazioni%C2%ABno-a-biomasse-e-biogas-in-comuni/16144


La Provincia 


Editoriale Ciociaria Oggi
(Cliccare sull'articolo per leggere il PDF)

https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=sites&srcid=ZGVmYXVsdGRvbWFpbnxmcm9zaW5vbmViZWxsYWVicnV0dGF8Z3g6NDVhN2RjMDliM2FmN2NmYQ


Non è mancata neanche l'amplificazione del comunicato da parte di ATUTTAPAGINA.IT


Allarme polveri sottili, i Medici di famiglia per l’ambiente e Frosinone Bella e Brutta si appellano ai sindaci

==O==

Studi epidemiologici del DEP Lazio e dati dei questionari dell'ass. Medici di Fam. per l'Ambiente

Di seguito, i risultati riguardanti il biennio 2013/14, forniti dal DEP Lazio (dipartimento epidemiologico) e poi, il comunicato rilasciato dai medici di famiglia per l'ambiente, con i risultati dell'indagine conoscitiva che abbiamo condotto insieme, a Frosinone, con la nostra associazione.



Il Messaggero / Valle del Sacco: allarme tumori e polveri sottili

Allarme tumori delle vie respiratorie nella Valle del Sacco causato dall'inquinamento. A lanciare l'allarme l'associazione dei medici di Famiglia per l'Ambiente che ha evidenziato un numero elevatissimo di tumori in molti comuni che ruotano intorno al capoluogo. I tumori riguardano la trachea, i bronchi e i polmoni. I dati, aggiornati al 31 dicembre 2014 e riguardanti il biennio 2013/14, sono stati forniti direttamente dal DEP Lazio (dipartimento epidemiologico) all'associazione. L'analisi ha evidenziato che i decessi per tumore di trachea, bronchi e polmone in valore assoluto sono stati in tutta la Asl di Frosinone 125 per le donne e 482 per gli uomini. Ma dove è localizzato principalmente il problema? Il maggior numero dei casi si è contato nel territorio del Distretto B comprendente i comuni di Amaseno, Arnara, Boville Ernica, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma, Morolo, Pastena, Patrica, Pofi, Ripi, Sn Giovanni Incarico, Strangolagalli, Supino, Torrice, Vallecorsa, Veroli, Villa Santo Stefano con 49 decessi tra le donne e 203 degli uomini rispetto ed altri distretti dove il numero di decessi è nettamente inferiore. Ecco i dati: Distretto A (21 donne e 81 uomini), Distretto C (26 donne e 94 uomini), Distretto D (29 donne e 104 uomini).

L'iniziativa:
«L'Associazione - si legge in una nota dei medici di famiglia- si è interessata di Asma e di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) dimostrando una prevalenza, a Frosinone, doppia per Asma e tripla per BPCO. Quindi, ha inteso aggiungere dati sulla patologia neoplastica broncopolmonare per confermare l'attenzione nei confronti del primo organo bersaglio delle polveri sottili: il polmone. L'intento dell'immediato e prossimo futuro è lo studio di altre patologie inquinamento correlate : cardiovascolari, cerebrali, degenerative e metaboliche secondarie al successivo passaggio delle polveri sottili ed ultrasottili dal polmone al circolo sanguigno e con esso in tutti gli organi». L'Associazione annuncia che metterà degli strumenti per misurare anche i livelli di polveri sottili più pericolosi: proprio in questi giorni di massima allerta ambientale, sta collocando una prima rete di rilevamento delle concentrazioni delle Pm, attraverso proprie centraline che verranno poste in punti nevralgici di Frosinone e Provincia. Le centraline, di proprietà dell'Associazione, rileveranno oltre le famigerate Pm 10 e le pericolose PM 2,5, le ancor più pericolose, perché più fini, PM 1 misurate per la prima volta nel nostro territorio. Determinare le PM 1 significa avvicinarsi alle nanoparticelle, nuova frontiera di indagine sul danno da particolato atmosferico. Si rammenta che tanto più piccolo è il diametro delle Pm tanto maggiore è la penetranza e la pericolosità in termine di danno alla salute. Come da consuetudine l'Associazione Medici di Famiglia per l'Ambiente, convinta che solo l'attuazione di un sistema di totale condivisione potrà garantire il successo, renderà pubblici i dati che metterà a disposizione di tutti. Sotto il profilo dell'inquinamento valori altissimi si registrano in questi giorni. A Frosinone le polveri sottili sono superiori ben tre volte al consentito avendo raggiunto i 145 microgrammi al metro cubo (il limite è 50), Ceccano 134, Ferentino 65, ad Alatri 59 a Cassino 77.


Ciociaria Oggi di Raffaele Calcabrina
Inquinamento alle stelle: aumentano i malati. Giovanissimi ad alto rischio
Frosinone
11/06/2016

A Frosinone ci si ammala più del doppio rispetto al resto del paese di asma e di broncopatia cronica ostruttiva. È la sintesi dei dati del questionario al quale sono stati sottoposti oltre tremila cittadini. A rendere noti i dati, nel corso di un convegno organizzato con l’ordine degli avvocati di Frosinone, è stata l’Associazione medici di famiglia per l’ambiente. Al convegno, particolarmente partecipato, sono intervenuti il gip Francesco Mancini, il vescovo di Frosinone Ambrogio Spreafico, i dottori Umberto Messia, Giovambattista Martino, Teresa Petricca, rispettivamente presidente, coordinatore e responsabile scientifico dell’associazione, il procuratore Giuseppe De Falco, gli avvocati Fabio Padovano, Rossella Reale e Nicola Ottaviani. I risultati dei due questionari compilati da 3.096 cittadini (“centraline biologiche”) di Frosinone su asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Secondo i dati riferiti dalla dottoressa Petricca i casi di asma sono stati 958, un terzo del campione. La prevalenza a Frosinone è del 30,9%, ovvero il doppio della media nazionale, che è pari al 15%. Una prevalenza significativa soprattutto tra i più giovani (34,2% per la fascia 15-20 anni) anche se Uno striscione affisso per richiamare l’attenzione dei frusinati sui pericoli rappresentati per la salute dall’inquinamento atmosferico «sorprendentemente» presente anche in un’età matura dove «la scienza parla di un’origine da stress ossidativo (quale quello indotto dalle polveri sottili) - ha rimarcato la dottoressa - e dai danni epigenetici secondari al contatto del Dna con gli agenti fisici inquinanti». I medici hanno rimarcato che non c’è differenza tra Frosinone alta e Frosinone bassa, al di là dei dati differenti sul pm10 delle due centraline. Si parla infatti di un’«incidenza analoga a Frosinone alta e Frosinone bassa, con, addirittura, una lieve prevalenza a Frosinone alta. Evento che testimonia la presenza di agenti nocivi che indifferentemente agiscono su tutta la città indipendentemente dal livello di altezza. Il dato, peraltro, attesta come sia “la concentrazione dei cittadini malati” la vera testimonianza dell’inquinamento aereo, al di là dei valori matematici rilevati dalle centraline Arpa rispetto alle polveri sottili». Per la broncopneumopatia cronica ostruttiva a Frosinone è stata rilevata un’incidenza del 19,2%, mentre la media nazionale è intorno al 7% e con prevalenza nel sesso maschile; prevalenza che sale con l’avanzare dell’età. Analoga risulta la percentuale di prevalenza per la Bpco tra Frosinone alta e Frosinone bassa. I dati sono stati consegnati simbolicamente al sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, «con l’augurio - ha concluso la Petricca - che il sindaco stesso ne possa fare l’uso migliore a salvaguardia del nostro ambiente»

==O==

Intanto, finalmente, dopo 1 anno, sono riuscito a recuperare l'articolo de L'Inchiesta contenente i dati del monitoraggio fatto a febbraio del 2016, con centralina mobile, in zona Madonna della Neve, c/o la delegazione comunale... DRAMMATICI... La Monti Lepini e via per Fiuggi, risultano maggiormente inquinate dello Scalo.... 14/09/2016



Frosinone - Polveri sottili, nuovi dati preoccupanti rilasciati da Arpa

FROSINONE - Dopo mesi di attesa sono stati finalmente divulgati i dati raccolti durante la campagna di monitoraggio straordinario della qualità dell’aria a Frosinone. I valori non sono di certo tranquillizzanti, superano in diversi casi i limiti normativi. Dopo aver raggiunto nei primi tre mesi del nuovo anno, sia a Ceccano che a Frosinone, il numero massimo di superamenti consentiti dalla legge nazionale per quanto riguarda i livelli di polveri sottili pm10, l’emergenza smog nel territorio sembra essere stata accantonata. La stagione autunnale è adesso alle porte, nei mesi più freddi le concentrazioni sono mediamente molto più alte perché le condizioni meteo favoriscono l'accumulo delle polveri nei bassi strati dell'atmosfera, e la speranza dei cittadini frusinati è quella di non aggiudicarsi il triste record dell’anno scorso (città più inquinata d’Italia con 115 giorni di sforamento).
Il monitoraggio
Con la delibera di giunta comunale 575 del 23/12/2015 il Comune aveva richiesto a Regione ed Arpa un monitoraggio straordinario sulla qualità dell’aria, al fine di estendere le aree dell’osservazione e anche il campo degli inquinanti monitorati (allargandolo dalle sole pm10 alle ben più pericolose pm2,5). A febbraio scorso arrivò in città l’unità mobile di Arpa e, per circa un mese, rimase in piazza Romita (nei pressi della delegazione comunale di Madonna della Neve) per il rilevamento dati. Da metà marzo ad oggi, il nulla cosmico sui riscontri di quel monitoraggio. Solo ieri infatti, dopo varie richieste e circa sei mesi d’attesa, l’Arpa Lazio ha rilasciato questi dati attribuendo il ritardo ad un «problema tecnico sorto durante la pubblicazione». Analizzando questi nuovi valori riguardanti la zona di Madonna della Neve e confrontandoli con le altre due stazioni di rilevamento fisse del capoluogo (zona Scalo e viale Mazzini) si nota fin da subito che la situazione non può essere affatto trascurata.
Valori e sforamenti
I valori riguardanti le pm10, registrati dalla centralina mobile in piazza Romita, sono in 16 casi (nel periodo dal 17 febbraio al 16 marzo) maggiori di quelli registrati nella centralina dello Scalo. Sono invece praticamente sempre maggiori di quelli di viale Mazzini. In alcuni occasioni i valori registrati durante il monitoraggio straordinario, differiscono anche di circa 15-20 microgrammi per metro cubo (μg/m3) rispetto a quelli rilevati nella zona Scalo (da sempre la più critica a Frosinone). Su 29 giorni di operatività, la centralina mobile in piazza Romita ha sforato i limiti di pm10 in 8 casi (allo Scalo nello stesso periodo ci sono stati 5 sforamenti, a viale Mazzini uno solo), toccando un picco massimo di 91 μg/m3 , valori alti se si considera il periodo nel quale è stato eseguito il monitoraggio. I dati riguardanti le pm2,5 invece, sono sempre rimasti superiori ai 20 μg/m3 (tranne due casi), toccando picchi di 59 μg/m3 e registrando una media di periodo (dal 17 febbraio al 16 marzo) di circa 30 μg/m3 e quindi al di sopra del limite normativo del D.Lgs. 155/2010, che recepisce la Direttiva Europea 2008/50/CE, indicanti una media annuale da non superare che poneva come valore soglia 25 μg/m3, entrato in vigore dal 1 gennaio 2015. La media registrata in questo periodo a Frosinone fa riflettere, rientra infatti nella zona rossa a rischio salute, con circa 30 μg/m3 (nel solo periodo mensile di monitoraggio) a fronte dei 25 μg/m3 del limite massimo (annuale) ammesso dalla legge. Ben 21 su 29 i giorni in cui sono stati superati i valori limite stabiliti per le pm2,5 (riferito alla media annuale). Nel 2013, secondo quanto si evince dal dossier Mal’Aria di Legambiente, Frosinone (nello specifico la centralina di viale Mazzini perché è la sola che misura le pm2,5) era al 13° posto nella graduatoria nazionale per il massimo valore medio annuo registrato, prima di grandi metropoli come Roma e Bologna, al pari di Napoli.
Le polveri sottili sono state paragonate a un killer lento e silenzioso: quelle con un diametro di 10 micron (pm10) sono inalabili e si accumulano nei polmoni; ancora più pericolose le particelle con diametro da 2,5 micron (pm2,5) addirittura respirabili, ciò significa che possono penetrare nei nostri polmoni fino ad accumularsi nel sangue e raggiungere direttamente varie parti del nostro organismo. Sono un pericolo che va affrontato, seriamente. Le previsioni per il futuro non sembrano delle migliori: l’amministrazione comunale (così come gli altri enti sovraordinati) ha quindi l’obbligo di cercare nuove soluzioni e precauzioni per estirpare questo male dal capoluogo ciociaro che, continuando di questo passo, rischia di riconfermarsi città più inquinata d’Italia anche nel 2016.

Luca Claretti

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