Che non tirasse una buona aria in Ciociaria era risaputo, ma ora lo stato di insalubrità del nostro territorio è certificato dai dati sulle morti per tumore resi noti in questi giorni dal dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio, che ha pubblicato sul proprio sito internet il rapporto 2016 sullo stato di salute della popolazione a Roma e nel Lazio aggiornato al 31 dicembre 2014. Il rapporto contiene un aggiornamento dei dati di mortalità e di frequenza di patologie nella popolazione di Roma e del Lazio suddivise per Asl di residenza. Numeri che fotografano una situazione molto difficile cui converrebbe in breve tempo mettere mano per bonificare un territorio che da anni soffre per l’inquinamento di ogni genere.
«Si tratta - dice il consigliere comunale e provinciale Danilo Magliocchetti, che ha commentato le statistiche - di dati numerici non suscettibili di interpretazioni personali. Senza in alcun modo ingenerare alcun genere di inopportuno allarmismo, ma solo dalla lettura oggettiva dei dati, emerge chiaramente che la provincia di Frosinone, nel periodo indicato 2013-2014, registra il maggior numero di decessi nel Lazio, escluse ovviamente Roma e provincia, sia per tutte le cause, sia per alcune determinate patologie oncologiche». Nel biennio preso in considerazione, in provincia di Frosinone, sono morte 5.351 donne (4.477 a Latina, 1.846 a Rieti, 3.116 a Viterbo) e 5.223 uomini (3.070 a Viterbo, 1.871 a Rieti, 4.674 a Latina), con i tassi standardizzati più alti della regione dopo Roma: per i maschi (1.287,8) e per le femmine (849,7).
«Frosinone - conclude Magliocchetti - si posiziona al secondo posto nel Lazio con 125 decessi, dopo la ASL di Latina con 143, per morti per tumori maligni della trachea, bronchi e polmoni. E, ancora, sempre al secondo posto con 156 decessi, sempre dopo la ASL di Latina con 184, per tumori maligni alla mammella. Dalla lettura asettica di questi dati, una indagine epidemiologica sui cittadini della provincia di Frosinone mi sembra quanto mai necessaria ed anzi opportuna. Si ribadisce senza in alcun modo generare alcun allarmismo fuori luogo, ma esclusivamente per senso di responsabilità nei confronti della gente e del territorio».
Pietro Pagliarella