"... La convivenza con gli alberi, come ogni altra circostanza della vita, comporta una certa dose di rischi; rischi che, se gli alberi sono ben gestiti, risultano abbondantemente compensati dai vantaggi che ce ne derivano... " (Giovanni Morelli, tra i massimi esperti di Pini in Italia).
Siamo sempre noi i
responsabili di certi disastri...!!! La mano dell’uomo che anziché proteggere
crea le condizioni per distruggere. Abbiamo chiesto un parere al dott. Giuseppe Sarracino, agronomo del
comune di Frosinone e Delegato Regionale Lazio A.I.D.T.P.G. (Associazione
Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini). Dottor Sarracino quali sono le sue considerazioni?
«Il 21 novembre in tutta
Italia si celebrerà, la Festa Nazionale dell’albero come prevista dall'art. 1
della legge 10/2013 “Norme per lo
sviluppo degli spazi verdi urbani”. Iniziativa lodevole dove si
alterneranno autorità nazionali e locali con interventi sull'importanza degli
alberi, ma gli episodi tragici di questi giorni, dimostrano il fallimento nella
cura e nella sicurezza dei soggetti arborei. Cura, una parola tanto breve ma
troppo spesso dimenticata. Il vocabolario della TRECCANI cosi declina “cura s. f. [lat. cūra]. – Interessamento
solerte e premuroso per un oggetto, che impegna sia il nostro animo sia la
nostra attività, in agraria, c. colturali, quelle dedicate alle piante
coltivate, dopo la loro nascita e nel corso della loro vegetazione (zappature,
rincalzature, diradamenti, concimazioni in copertura, scerbature, cimatura,
ecc.)”. La domanda da porsi è, con quanta cura viene gestito il patrimonio
arboreo che caratterizza il nostro paesaggio urbano? Tutti sappiamo che non è
sufficiente piantare un albero e aspettarsi che faccia tutto da solo, senza
presentare alcun problema durante tutto il suo ciclo di vita. Spesso
dimentichiamo che gli alberi sono organismi viventi e che per la loro corretta
crescita e sviluppo hanno bisogno di attenzioni, ciò è tanto più vero in città,
dove le condizioni sono avverse. Potremmo fare un elenco dei tanti fattori, sia
abiotici sia biotici, che limitano il suo corretto ciclo biologico, come la
temperatura, il suolo inadeguato, gli inquinanti, la mancanza di un’adeguata
irrigazione o non effettuata, i continui scavi per i sotto servizi, non
controllati, che recidono le radici di ancoraggio, l’errata progettazione, gli
atti vandalici ecc. Nonostante queste avverse condizioni, per fortuna, gli
alberi posseggono una forte resistenza che gli consente di superare i numerosi
stress prodotti. Invece in queste ore abbiamo assistito alla nascita di un
nuovo “nemico” dell’uomo, l’albero! Il
recente evento meteorologico ha comportato lo schianto di milioni di alberi, lo
straripamento dei fiumi e numerosi smottamenti, in tutto il Paese. Se la
quantificazione definitiva dei danni ai patrimoni arborei pubblici potrà essere
fatta solo una volta passata la fase emergenziale, i primi dati attestano la
gravità di una situazione, questa volta davvero eccezionale: con oltre
2.000.000 di metri cubi di legno allettato nei boschi delle nostre montagne,
migliaia di interventi per alberi schiantati e purtroppo la perdita di vite
umane. Secondo l’Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini, “i violenti temporali che si abbattono con
preoccupante ciclicità sul nostro territorio rischiano di declassare
l'eccezionalità a ordinarietà, con tutto ciò che questo comporta”. Pertanto
occorre governarli con il tempo, e in tempo, con criteri tecnico-scientifici,
il che richiede la conoscenza e lo studio di tali fenomeni per intervenire in
modo adeguato e con professionalità. Si tratta di evitare di oscillare tra la
difesa ad oltranza dell’albero in quanto tale e interventi di
capitozzatura. Da oltre 20 anni si sa
che le potature drastiche sono nefaste per la salute e la solidità delle piante
eppure questo messaggio scientificamente provato non è compreso da tutti ed in
modo particolare dagli amministratori. Anche il Lazio è stato colpito da questo
evento, a Roma oltre 300 sono stati gli interventi per la messa in sicurezza
degli alberi, a Terracina e in provincia di Frosinone, sotto la furia del vento
decine di alberi hanno provocato numerosi danni e la morte prematura e assurda
di tre persone. La Regione ha dichiarato lo stato di calamità regionale per
l’intero territorio laziale, tra i primi il comune di Terracina e la provincia
di Frosinone. Provvedimenti importanti ma non risolutivi, se non si sostituisce
la logica degli interventi straordinari con una cultura di prevenzione e di
cura del verde soprattutto in aree urbane. I comuni gestiscono il più grande e
importante patrimonio arboreo che caratterizza il paesaggio urbano italiano
(milioni di alberi), frutto di secoli di intelligenti lavori, e hanno il dovere
di conservarlo, tutelarlo e lasciarlo in eredità. Secondo i dati ISTAT, sulle
104 città capoluogo esaminate, il verde
urbano rappresenta circa il 2,7% del territorio dei comuni capoluogo,
per una superficie verde di oltre 550 milioni di mq, di cui il 14,8% è inclusa
in aree naturali protette e il 45,5% destinata a uso agricolo. Eppure le varie
amministrazioni comunali fanno scarso uso degli strumenti atti alla
pianificazione e alla gestione di tale patrimonio: sono meno di un quinto i comuni che hanno, approvato il Piano
del verde, solo il 45,7% ha adottato un Regolamento del verde, mentre il
censimento del verde è stato effettuato dal 70,7% delle città. Il trend dal
2011 al 2016 indica una diminuzione della disponibilità pro capite del verde
pubblico. Nella cura di parchi e giardini
pubblici, le città italiane hanno speso in media 34 € per ogni cittadino, molto al di sotto della media Europea,
(50 € a cittadino). Nel Lazio la situazione per quanto riguarda la cura del
verde e degli alberi presenta numerose problematiche. Gli esigui dati a
disposizione sono il segnale di quanto poco strategico sia considerato il verde
per la qualità della vita urbana. La tabella, allegata, disegna lo stato delle
città capoluogo: quasi nessuna ha un regolamento del verde, manca il piano del
verde necessario ad approntare i processi di
pianificazione e di gestione. È impossibile curare il patrimonio
vegetale della città, se non ne conosci la quantità e la qualità. La maggior
parte dei comuni è privo di una struttura tecnica e amministrativa e di
personale adeguato. In provincia di Frosinone i dati raccolti a fatica, ci
confermano che nessun comune ha un piano del verde e un suo regolamento, il
verde è considerato un bene marginale, spesso gestito da geometri o nel
migliore dei casi da ingegneri (nulla contro queste professioni), con poche
risorse finanziarie. Un ruolo rilevante lo possono e lo devono svolgere i
cittadini, chiedendo una vera politica di gestione del verde, ma spesso essi
sono dei veri “antagonisti” nei confronti di coloro che ogni giorno sono
deputati a occuparsi di ciò. I cittadini devono
pretendere professionalità e adeguati programmi di
cura, ma devono essere consapevoli che gli alberi si ammalano e invecchiano e
quindi occorrono interventi di rinnovo delle alberature. Bisogna sapere che per
convivere con gli alberi è necessario rispettare la loro identità biologica e
valutare il punto di non ritorno ovvero quello in cui la vita degli alberi “non
è più compatibile con la società degli uomini”. I fatti di questi giorni, non
possono però non fare riflettere su quanto sta accadendo al clima. Le emissioni dei gas sono una delle principali
cause dell’effetto serra e gli alberi
giocano un ruolo rilevante e strategico per il taglio di tali emissioni. Il rapporto “La sfida della qualità
dell’aria nelle città italiane” presentato al Senato dalla Fondazione
Sviluppo Sostenibile, tra le altre cose, ha mostrato come gli alberi
rappresentano il mezzo di contrasto più efficace, economicamente e
ambientalmente. Come ha dichiarato il Presidente Nazionale dell’Associazione
Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini “Situazioni come quella del 29 ottobre 2018 non saranno evitabili, ma
potranno essere affrontate con una nuova consapevolezza e con la ragionevole
certezza che tutto quello che era possibile fare è stato fatto. Anche in termini
di capacità di comprendere vicendevolmente i vari punti di vista, di trattare
con pari dignità l'informazione e la formazione e di fare di tutto per cercare,
come si dice oggi, “di fare sistema”, con tutti coloro che al verde pubblico
tengono veramente”. Cosa fare: approvare, da parte del Governo, i decreti
per rendere operativa la Legge 10/13, la Regione Lazio recepisca tale legge e
renda obbligatorio da parte dei comuni l’approvazione del regolamento del
verde, il censimento del patrimonio arboreo e vegetativo e l’adozione del piano
del verde. “Alberi e uomini, faccia a faccia” è il titolo di un bellissimo
passo del libro di C. Drénou, e G. Feterman che nelle conclusioni raccontano
che “la sua unica ambizione è quella di
aiutarvi a osservare e rispettare gli alberi”, credo che questo sia un buon
inizio per celebrare la Festa Nazionale dell’Albero».
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