Ho ricevuto la presente nota, da simpatizzanti del blog, con preghiera di diffonderla. Spero che serva a far chiarezza, per ristabilire gli equilibri necessari ad una buona convivenza con le istituzioni.
S. M. S. Pietrobono |
SCUSATE IL
DISTURBO...VOGLIAMO FINALMENTE DIRE ANCHE LA NOSTRA
<< Noi docenti con tutto il personale A.T.A. della S.M.S.
Pietrobono abbiamo deciso di rendere nota a tutti i cittadini e a tutti coloro
che sono sensibili ai problemi della scuola la nostra versione dei fatti per
chiarire e, in alcuni casi, rettificare le tante parole dette e scritte negli
ultimi mesi a riguardo della nostra scuola, spesso non fondate e/o non
documentate da elementi reali.
Partendo dalle ultime polemiche che leggiamo sulle pagine
dei quotidiani locali, ci è sembrato opportuno e doveroso, anche nei confronti
delle famiglie che hanno iscritto i propri figli nella nostra struttura,
chiarire alcuni punti fondamentali che qui di seguito vengono elencati a
partire dall’incremento delle iscrizioni, attribuibile a più fattori di diversa
natura.
Il bacino di utenza, nel rispetto della territorialità (parola tanto abusata in
questi ultimi giorni) è in continuo aumento e lo sarà ancor più nell’immediato
futuro (basti pensare alle nuove lottizzazioni in fase di realizzazione in
Viale America Latina). A questo aumento l’Amministrazione locale ha risposto da
una parte con la chiusura della sede dell’ex scuola Umberto I, che
paradossalmente e allo stato attuale è in parte occupata da un Istituto di
Scuola Secondaria Superiore (di competenza dell’Amministrazione Provinciale);
dall’altra non dimensionando la nostra scuola al fine di “garantire una giusta ed equa ripartizione (...) della popolazione
scolastica”, in quanto il nostro istituto non ha goduto, nel corso degli
anni, della stessa attenzione e dello stesso incremento degli spazi per far
fronte ad una capacità ricettiva quanto meno pari a quella delle altre scuole
medie di Frosinone.
Tutto ciò dimostra scarsa lungimiranza e poca sensibilità
dei confronti delle famiglie del territorio di pertinenza da parte dell’ente
preposto.
Un altro fattore importante che ha determinato l’aumento
delle iscrizioni nella nostra scuola, da tenere in dovuta considerazione, è il
diritto di ogni famiglia di scegliere la scuola dei propri figli sulla base
dell’Offerta Formativa di ciascun istituto. Le famiglie, infatti, mai
accetterebbero l’idea, che qualcuno ha paventato talvolta in modo equivoco in
questi giorni, che i propri figli vengano “traslocati” laddove ci sono aule
rimaste vuote per mancanza di iscritti, quasi fossero numeri o pacchi postali.
Riteniamo giusto e utile perseguire la logica dell’ottimizzazione delle
risorse, come principio assoluto, ma non quando tale logica viene applicata
senza tenere conto delle implicazioni umane che questa comporta.
Consideriamo, invece, del tutto legittima e opportuna, la
temporanea necessità di utilizzare una sede decentrata; i disagi che
inevitabilmente ne deriverebbero a danno delle famiglie, verrebbero certamente
resi meno penalizzanti dall’impegno che tutta la comunità educante è pronta a
sostenere (nessun “collega” al di fuori della nostra scuola se ne faccia
cruccio, ci pensiamo noi ai nostri alunni!). Tale misura non priva, come
qualcuno auspica, la nostra scuola della sua identità, di cui noi tutti andiamo
fieri.
In merito alle più recenti notizie apparse sugli organi di
stampa locali, laddove si lascia intendere che il problema si è presentato
soltanto nelle ultime ore ed è dovuto ad una superficiale e irresponsabile
gestione delle iscrizioni, vogliamo sottolineare e ribadire che:
1. noi docenti ed il
personale tutto non abbiamo fatto altro che il nostro dovere fino in fondo,
all’interno di ciò che ci compete;
2. l’Amministrazione
Comunale nel corso dei vari incontri che si sono susseguiti nell’a.s. 2010-2011,
nonostante i continui solleciti, avvenuti anche negli anni precedenti per la
palese e chiara tendenza di crescita dell’istituto per i motivi suddetti, ha puntualmente
disatteso gli interventi promessi di adeguamento e di messa a norma dei locali
della Scuola Pietrobono, malgrado rientrassero nel proprio ambito di azione;
3. noi, con i nostri
studenti e le loro famiglie siamo vittime del disagio e non causa, come
qualcuno vorrebbe far credere.
Per concludere,
ci teniamo a far saper anche che la
S.M.S. Pietrobono non ha mai “scippato” alcuno studente
attraverso spregiudicate “logiche di accaparramento
delle iscrizioni” o gonfiato dei dati, né quando era la cenerentola delle
scuole medie di Frosinone, e nessuno a quel tempo si è mai preoccupato di territorialità di aule vuote di scuole sottoutilizzate (...), né ora che l’utenza riconosce i meriti conseguiti
attraverso la nostra professionalità.
Non ci appartiene questa logica né questo
modus operandi, anzi auspichiamo piuttosto un intervento fattivo e risolutivo
e, non ultimo, urgente da parte di chi deve lavorare per mettere in condizione
noi, corpo docente e personale A.T.A. di assolvere con serenità e proficua
professionalità il nostro dovere. Nel contempo ci auguriamo che ognuno faccia
propria la filosofia sempre attuale “il
faut cultiver notre jardin” (Candide,
Voltaire).
I docenti e il personale A.T.A. della S.M.S.
Pietrobono >>Ho ricevuto una nota da Paolo Iafrate che pubblico di seguito:
la vicenda della scuola Pietrobono, con gli spunti
che ne
derivano, ci porta ad affrontare la questione più generale della
istruzione
degli studenti delle scuole e del rapporto scuola-città, che a Frosinone
alcuno, tra quelli demandati a rappresentarci, solleva. Da profano e da
genitore faccio
alcune riflessioni.
a) Da
alcuni anni assistiamo, nel trend
della autonomia degli istituti, ad una
concorrenza vera e propria tra scuole anche dello stesso grado per
“accaparrarsi” studenti. Ora, fermo restando che i programmi scolastici da
portare avanti sarebbero gli stessi, questa “concorrenza” si basa su vari
elementi che si aggiungono a quelli classici di scelta come una convenienza logistica: 1) la cosiddetta bravura degli
insegnanti, 2) i progetti che vanno oltre il programma ministeriale, 3) la ripartizione
del tempo scolastico (tempo pieno, orario prolungato, sabato a casa), 4) una
individuazione della scuola basata sull’appartenenza di ceto. Il punto 1) è
indubbiamente importante ma mai esaustivo, poiché nella stessa scuola possono
convivere tipologie di insegnanti che utilizzano, diciamo così, metodi agli
antipodi e i genitori non possono indirizzare - non potrebbero! - i propri
figli verso l’uno o l’altro degli insegnanti; i progetti che si aggiungono al
normale orario (o nel normale orario), punto 2, sono presenti in tante scuole e
l’offerta di questi è spesso mediocre (non fosse altro per il numero delle ore
che si utilizzano) o addirittura fuori da qualsiasi ambito educativo-pedagogico
come il famoso progetto della scuola al cinema che appunto con la scuola non
c’entra niente ma con gli affari dei gestori e forse di qualcun altro c’entra
qualcosa (su questo ci ritorneremo con un commento fra qualche giorno); la
questione posta al punto 3) pone riflessioni più ampie e maggiori attenzioni da
parte delle famiglie: il tempo pieno è una conquista nella scuola e ha dietro
una sua filosofia. L’attuale governo la combatte per risparmiare. Il tempo
pieno presuppone la mensa che, come hai tu potuto assistere, è oggetto in
questi giorni di fortissimi rincari da parte del comune, rendendo difficile per
ceti sociali meno abbienti la frequentazione della stessa. Il tempo prolungato,
che non è la stessa cosa del tempo pieno, è spalmare le ore del sabato sugli
altri giorni. La Pietrobono
è la scuola media che applica l’orario prolungato - senza mensa attenzione! -,
orario che sembra essere uno degli attrattori maggiori. 4) Intrigante altra
lettura, quella che la scelta sia un po’ trainata dal ceto sociale che ognuno immagina
rappresentarsi e che a Frosinone alimenta non secondariamente scompensi negli
stessi circoli (alcuni plessi strapieni e alcuni mezzi vuoti). I genitori
nonostante il sovraffollamento stentano a prediligere la serenità del bambino barattandola
con l’appartenenza al ceto immaginato e sperato. Ma questo è un discorso più
grande di noi.
b) Questa
libera scelta, che nella lettera da te postata del personale della Pietrobono è
posto come un diritto, - l’ideologia del mercato è sempre presenti nei nostri
pensieri – presuppone però altre non libere scelte alla cittadinanza in senso
generico e in senso di gruppi sociali: penso al traffico, all’inquinamento
(Frosinone è la seconda città italiana in negativo), ma penso anche alle
necessità di nuovi spazi, ambienti, strutture che le scuole hanno bisogno con
una aumentata presenza – ancora la lettera di cui sopra sottolinea la necessità
di nuovi lavori per far fronte a nuovi arrivi. E se il prossimo anno una buona
parte di studenti si trasferisse in altra scuola non sufficiente a tenere
tutti, allora ricominceremmo daccapo e con quali risorse, tolte dove? Oggi la
vicenda della Pietrobono che accoglie gran parte degli “esuli” della Ricciotti
è solo la punta di un fenomeno più diffuso: la scuola dell’infanzia Vittorio
Miele ha accolto più bimbi di quanti ne poteva avere; ha dovuto sacrificare
spazi comuni come i laboratori; ha dovuto chiedere al comune di allargare la
mensa; e oggi, con minori insegnanti, ogni classe ha 29 bambini di media!!!!
Che prospettiva pedagogica in tale scuola?
A ciò possiamo aggiungere la
questione del trasporto scolastico del comune che ogni anno deve riadeguarsi ai
cambiamenti e alle “pressioni” dei dirigenti: il trasporto a Frosinone, dove
ovviamente la confusa conformazione urbanistica – o se volessimo attenerci
all’ideologia di mercato “la libera scelta” di farsi la casa dove pare e piace,
appunto… le lottizzazioni - è proprio
definibile, così dice il Sindaco, come un servizio di taxi, casa per casa. Ma
anche questo costa e quest’anno le linee saranno almeno 6 in meno. Quale scuole
privilegeremo? Quelle più numerose, quelle più nuove, quelle con le succursali,
quelle con i genitori maggiormente protestatari? O faremo una selezione
economica sulla tessera del trasporto?
Certo la risposta è tutti…. Ma “tutti” sono coloro che oggettivamente
hanno bisogno e a cui deve essere garantito il diritto all’istruzione; le “libere
scelte” rischiano in un gioco sempre a somma zero di favorire alcuni ceti
sociali a dispetto di altri.
c) La
brutta vicenda della scuola Cavoni aperta alla fine dell’a.s. 2010-2011 dopo un
anno di polemiche, invettive, denunce, bugie, racchiude in sé tante delle
problematiche descritte – la corsa dei circoli all’appropriazione dei plessi - e
che segna una nuova pagina della vicenda scolastica frusinate. Prima di essa
tutti, a torto, pensavamo che la scuola
fosse al riparo da veloci e incontrollabili cambiamenti che si abbattono
pesantemente anche nella vita quotidiana – pensiamo a quelli affettivi - senza spesso riuscire a porre riparo: la
scuola sembrava un elemento di riferimento, sempre lì, a scandire la crescita
con propri tempi e modi, quasi come anche i genitori ricordavano della propria
vicenda educativa. Ed invece ci accorgiamo che anche la scuola è entrata nel turbinio della giostra
contemporanea, con una differenza importante però , che riguarda la parte più
preziosa e delicata della nostra esistenza quella dei bambini e dei ragazzi.
d) Considerate
le premesse, le vicende ovviamente non termineranno, anzi, più si andrà avanti
più i motivi di discussione, di rivalse, aumenteranno e gli elementi di
contorno prenderanno decisamente il sopravvento rispetto al merito, cioè
l’educazione e l’istruzione degli studenti. Le vicende degli accorpamenti degli
istituti superiori sono lì a dimostrarcelo. (*) Penso, caro Luciano, che ci sia
proprio bisogno di umili tavoli di discussione tra scuole, enti, soggetti
sociali per far tornare al centro il cittadino oggi bambino e studente. La
programmazione nella scuola deve abbracciare un ampio numero di anni proprio
per consentire quella cucitura necessaria tra educazione, formazione della cittadinanza,
istruzione, con il territorio e deve provare a dare linee direttrici diverse e
altre rispetto alla ideologia imperante del mercato predatorio e del consumo, anche
di se stessi.
Scusandomi della marea di
omissioni, non detti, riferimenti ballerini e altro, spero che possiamo
continuare comunque questa riflessione, con maggiori approfondimenti, anche con
modalità di incontri.
Nel sottolineare che la tua
passione è coinvolgente, ci ricorda che comunque siamo ancora cittadini di
questa straziata terra, ti invio cari saluti. Paolo Iafrate >>
(*) Una mia personalissima considerazione mi ha portato a sottolineare quella che sarebbe, anche secondo me, l'azione più concreta da intraprendere..... Grazie Paolo. Sentitamente Luciano
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