domenica 1 febbraio 2015

- Anche il cigno nero per l’inquinamento ci hanno appioppato…


Da Legambiente, anche il cigno nero per l’inquinamento ci hanno appioppato…!?

Chiaramente perché nel 2014, a Frosinone, sono stati raggiunti 112 superamenti dei valori ammessi di PM10, mentre quelli limite consentiti sarebbero 35 in un anno. Ciò che preoccupa tantissimo, è il dato confrontato con le altre città d'Italia, ove il secondo classificato, ALESSANDRIA, di superamenti, ne ha totalizzati 86, quindi una forbice immane che fa molto pensare. 
E’ ormai a tutti noto, dati alla mano, come il Piano Regionale del Lazio, per il risanamento della qualità dell’aria, abbia dimostrato negli anni tutta la sua inefficacia. I comuni, comunque, sono costretti ad applicarlo per non incorrere in pesanti sanzioni amministrative. I sindaci, quindi, dovrebbero mettere in atto piani locali alternativi ed efficaci, avendo anche il coraggio di contestarlo, appunto, con dati inoppugnabili presenti regolarmente sul sito di ARPA LAZIO. 
Ci sono ben note cause a dir poco catastrofiche che incidono sugli elevati superamenti nella zona dello Scalo, rispetto a quelli di gran lunga inferiori di Viale Mazzini. Uno tra i tanti, è il parcheggio che ospita i vecchi bus del COTRAL sito a meno di 100 metri dalla centralina di monitoraggio di via Verdi che vengono abitualmente tenuti in moto per buona parte del giorno. Ritengo anche inopportuno, a mio modesto avviso, ed inefficace, lo spostamento del traffico nelle domeniche ecologiche, dalle vie principali a quelle più esterne, come potrebbe risultare alla stessa stregua inefficace, lo spostamento annunciato del COTRAL, da piazza Kambo alla vicina area di Piazza Pertini, servirebbe infatti solo ad allontanare le fonti di inquinamento dei pulmans, da un punto all'altro della stessa zona, mentre lo spostamento diverrebbe più efficace se fosse fatto in località più periferica e lontana dal centro abitato. Un'allontanamento del parcheggio Cotral dalla centralina, in una zona comunque così vicina, servirebbe solo ad illudere i cittadini su un miglioramento dei valori delle polveri sottili ma che di fatto resterebbero sempre in un centro abitato, se pur diverso...!
Si trascurano anche altre fonti d’inquinamento, come ad esempio i tradizionali caminetti o stufe a legna, (presenti maggiormente nella zona bassa della città), producono emissioni di polveri sottili pericolose per la salute dei nostri polmoni, in quanto la combustione di biomassa legnosa, sembra essere responsabile per il 76% delle emissioni di PM10. Secondo studi recenti, condotti dalla Direzione regionale dell'ambiente e dell'energia francese (Driee), la legna accesa per mezza giornata emetterebbe la stessa quantità di polveri sottili, (PM10 in particolare), emesse da un’auto a gasolio che percorre 3.500 km. Sono previsti a tal proposito, incentivi per sostituire i vecchi camini con nuovi tecnologicamente avanzati o per l’acquisto di filtri specifici (Contributi del conto termico). Non a caso, la Provincia di Trento aveva predisposto incentivi per sostituire vecchi camini con nuovi tecnologicamente avanzati o per dotarsi di filtri antiparticolato. Anche su Focus.it, giorni fa, sono apparsi alcuni piccoli accorgimenti che possono essere messi in pratica da ognuno di noi per ridurre sensibilmente la quantità di particolato prodotto da caminetti e stufe a legna, eccoli qui: 
- Utilizzare solo legna stagionata e ben secca. Il legno verde o umido produce molto più fumo.
- Controllare sempre il grado di umidità della legna: non deve mai superare il 20%. La verifica può essere effettuata con appositi misuratori acquistabili online con poco più di 20 euro.
- Avviare il fuoco accendendo piccoli ciocchi di legna secca. Aggiungere pian piano i pezzi più grossi assicurandosi di distanziarli almeno 15 centimetri uno dall'altro così che l’aria possa circolare. 
- Non bruciare mai nel camino o nella stufa legno verniciato o trattato, immondizia o materie plastiche: la combustione potrebbe liberare sostanze altamente tossiche. 
- Far controllare e pulire almeno una volta all'anno le canne fumarie: un buon tiraggio e un buon ricircolo dell'aria assicurano una miglior combustione della legna, meno fumo e una minore emissione di polveri. 
Non dovrebbe poi essere anche materia e competenza attenta dell’Amministrazione Provinciale, la verifica periodica agli impianti termici industriali locali? E non ultima, in particolare, un’azienda locale che rigenera oli esausti, presente anche a Lodi, ove non a caso si riscontra spesso un alto tasso d’inquinamento come a Frosinone? Si potrebbe chiedere l'installazione di una centralina mobile dall'ARPA Lazio, per un certo periodo come facemmo per Cavoni con la precedente amministrazione? 
Resto comunque sempre dell’idea che la costituzione di un tavolo tecnico, organizzato dalla Provincia, al quale far sedere i rappresentanti di tutti i comuni della Valle del Sacco, invitando a partecipare anche alcuni luminari esperti dell’ambiente dell’università di Cassino che già effettuarono studi approfonditi sull'inquinamento nel nostro territorio, produrrebbe sicuramente soluzioni condivise da adottare congiuntamente. Infatti la conformazione della nostra valle che è avvolta quasi interamente da catene montuose, nel periodo che va da novembre ad aprile, a causa di condizioni climatiche particolari, non consente un riciclo ottimale dell’aria necessario a spazzare via l’inquinamento e, solo riducendo le cause, tutti i comuni insieme, potrebbero ottenere concreti miglioramenti. E' comunque necessario che anche la Regione Lazio offra il proprio doveroso contributo e partecipazione attiva.
Ulteriore riflessione:
Se fossi l'assessore all'ambiente della mia città, inizierei a confrontarmi con quello di Torino per fare tesoro delle azioni che hanno messo in piedi, per passare dai 126 superamenti del 2013 ai 77 del 2014, (39 giorni in meno...!!!), o ancora meglio Napoli che da 120, è calato a 40 (80 giorni in meno...!!!). Miracoli o misure serie...? (Luciano Bracaglia - Blogger di Frosinone Bella e Brutta e presidente dell'omonima associazione).

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